La visita guidata del palazzo è stata gestita dagli studenti del liceo scientifico “Scacchi”, del liceo artistico «De Nittis – Pascali», dell’istituto tecnico «Marco Polo» di Bari e dal importante sostegno del gruppo scout Bari 3. L’ingresso del monumento, dopo un piccolo contributo a sostegno dell’ associazione, catapulta immediatamente il cittadino nel 1800, grazie ad un’ ampia scalinata ben lavorata e  decorata da un lungo tappeto rosso, al termine della quale si possono osservare arredi d’epoca  in legno finemente restaurati  e quadri dai colori luminosi risalenti alla corrente verista. Successivamente si viene proiettati in un corridoio sul quale si affacciano numerose stanze: la stanza cosiddetta “del tè”, poiché le donne erano solite trascorrere l’ ora del tè qui, chiacchierando o discutendo di cultura; la sala da pranzo, interamente di legno pregiato e ornata da un lungo tavolo e da un lampadario di cristallo che dona allo spazio una luce intensa e surreale. Ad animare la scena, un gruppo di uomini e donne, vestiti secondo le usanze dell’epoca si accingono ad interpretare i balli aristocratici, mostrati  con le migliori performance in occasione di feste dell’epoca. Nelle ultime stanze l’ ambiente diventa più serioso con gli uffici modernizzati che si affacciano sulla via. Ritornando alla facciata del palazzo, imponente ed austera, si può notare la cappella costruita al suo fianco dai nobili per coltivare il loro culto. La facciata è in stile gotico, poiché all’epoca si riprendeva lo stile classico, ed è dotata di timpano triangolare che dà slancio al palazzo, invece nella parte superiore vi è un cornicione pesante.  Due portali accentuano lo stile massiccio della struttura, sui quali è collocato lo stemma della famiglia di Gravina e decorazioni floreali. All’interno di questa chiesetta è stata allestita una mostra fotografica e iconografica sull’ antica città di Bari, i suoi monumenti e in modo più specifico gli atti notarili di concessione dei territori per la realizzazione del palazzo.

Dal punto di vista storico, il palazzo è stato costruito durante un periodo molto particolare per la città di Bari, infatti nel 1800 la società si evolve e scompaiono elementi che avevano caratterizzato la città fino ad allora, quali il fossato, il muro di difesa e il terrapieno.  Bari faceva parte del Regno delle due Sicilie e molti architetti dell’ epoca si cimentarono nella realizzazione di nuovi modelli artistici, basati sulla liberalizzazione delle espressioni e sull’ autonomia degli edifici. Tra questi il celebre architetto francese Gioacchino Murat realizza un quartiere straordinario, ancora oggi molto rinomato.

Grazie a questa giornata, la ventunesima dal 1992, il FAI ha permesso ad ogni cittadino di venire a contatto con luoghi di cui, forse, non conosceva nemmeno l’ esistenza, spesso collocati in prossimità di posti frequentati.  Questo rende l’evento ancora più interessante e sorprendente, in quanto la riscoperta di questi posti accresce la voglia di  sentirsi parte, anzi protagonisti della cultura del proprio Paese, ammirando ogni singolo aspetto artistico, sociale e ambientale, poiché ciò che noi ammiriamo ogni giorno arricchisce una parte di noi stessi.

Martina Ragone