La concomitanza con la partita di Champions League non ha fatto venir meno il sostegno del pubblico, come sarebbe stato naturale aspettarsi. O il calcio sta perdendo consensi, cosa ormai assodata in realtà, oppure la musica e l’affetto predominano sul sentimento sportivo. Ci piace così.

Niente da dire sullo svolgimento della serata, tutte e tre le cantanti sono state molto accorte nell’esecuzione dei pezzi scelti, su cui torneremo più avanti. Tra la prima e la seconda parte della gara non abbiamo notato cali di tensione o segnali di crescita, segno forse di una buona padronanza del proprio strumento vocale. Equilibrio è la parla chiave per descrivere lo spettacolo andato in scena ieri. Alla fine la giuria tecnica ha scelto Fiorangela Togo, Alessandra Caradonio e Annita Pugliese scriveranno la parola fine sulla fase di selezione con la sfida online. La giuria popolare, infatti, decreterà il passaggio di turno per una di loro mediante il numero di like ricevuti dal video delle due singers sulla pagina facebook del Joy’s, che andranno a sommarsi ai voti espressi dai frequentatori del locale.

A proposito di giuria popolare, Caterina Coscia, dopo una settimana di esposizione mediatica sulla rete e con un video sempre disponibile online, si è ritirata dal contest. Vincenzo Filoni, che si era esibito la settimana scorsa, si è aggiudicato dunque un posto ai quarti di finale. Quello che formalmente appare una passaggio di diritto, in realtà lo è di fatto: il numero di like ricevuto da Vincenzo è stato tre volte superiore a quello di Caterina. Una differenza almeno in teoria recuperabile, ma difficilmente colmabile. Un ritiro strategico? Una concomitanza di impegni? Non sappiamo. Di sicuro è un peccato, anche perché ci sono ancora due serate di ripescaggio, e quindi ci sono altre due possibilità di accedere alla fase successiva del contest. Potrebbe anche non essere la manifestazione musicale che cambierà la vita ad uno dei partecipanti, ma avere la possibilità di esprimersi  in pubblico, vedersi pubblicati in rete con l’esposizione che ne consegue, con tutta la comunicazione a seguito della gara, poter vincere dei soldi, vedersi organizzare un proprio concerto con dei musicisti professionisti, tutto senza sborsare un solo euro, è una cosa che non capita tutti i giorni. Forse ha ragione chi una volta ci ha detto: se è gratis, non ne vale la pena. Ben vengano allora quei concorsi-truffa a pagamento, con nomi altisonanti messi lì apposta a fare da specchietto per le allodole.

Consueta nota a margine: la scelta dei pezzi questa volta non ci è affatto piaciuta. Almeno non tutta. Intendiamoci: non stiamo parlando di gusto musicale, ma di ritmo. Il contest si chiama Una voce da Pub, significa che chi canta si sta rivolgendo a persone che vogliono trascorre una serata in allegria con gli amici ascoltando buona musica. I dodici pezzi scelti ieri sera dalla tre cantanti erano splendidi da ascoltare, ma non tutti insieme uno dopo l’altro. Vivacità, brio, alternanza, sono tutti elementi caratteristici di una buona scaletta da concerto. Spingere tutta la sera sulla corda delle emozioni è oggettivamente troppo. Si tratta pur sempre di una gara e bisogna anche trovare il modo di conquistarsi il pubblico. Come ha detto la collega di giuria Luciana Manco, giornalista musicale anche lei, ieri ricorreva la nascita di Kurt Cobain: un pezzo dei Nirvana, eseguito in voce e chitarra, sarebbe stato un ottimo espediente.