A tutti capita di sbagliare, l’importante è ammetterlo e provvedere. Un’amica-collega ce li aveva segnalati: “Guarda che riprendono a suonare dal vivo, sono fermi da tanto”, ci aveva detto, senza convincerci ad andarli a sentire. Il mal di testa cronico, e uno scambio di persona, ci stavano inducendo in errore. Quando si è riacceso il lume della ragione, li abbiamo incontrati e loro, tra una bacchetta spezzata e gli agguati del cane di The Mask, ci hanno regalato un’anteprima del prossimo album.

Nella presentazione del gruppo c’è scritto: “Gli Akustika fanno dell’umiltà il loro stile di vita”. Come mai questa presa di posizione e quasi di distanza dai colleghi?
Luciano: “Molti musicisti si sentono già arrivati, pur essendo emergenti, ecco perché abbiamo scritto quella frase. In ogni live, in ogni concerto, cerchiamo sempre di essere noi stessi e non personaggi, siamo ca**ari e facciamo i ca**ari – scherza –  così some ci hai visto oggi, così siamo sul palco”.
Davide: “Posso aggiungere che in tanti anni – il progetto è nato nel ’95 e la formazione attuale del 2002 – abbiamo fatto diverse esperienze, anche con una certa soddisfazione, però sappiamo che la strada è sempre in salita. Abbiamo incontrato tanta gente che ha avuto esperienze simili alle nostre o anche superiori, però non si smette mai di salire lungo questa strada, e l’impressione era quella che ti ha detto Luciano”.

Luciano sai che scriverò esattamente ca**ari vero?
Luciano: “Vabbè magari giocherelloni” sorride.

No, no, ca**ari va benissimo – ridono di gusto stavolta –  ma torniamo alla musica degli Akusitka. In un momento in cui il pubblico sembra interessato alle formazioni indie, qualunque cosa significhi, come ci si sente ad essere un gruppo easy listening?
Luciano: “Ti spiego. L’easy listening è tutto ciò che è facile da ascoltare. Il pop, il commerciale, i primi Negramaro, i Modà sono easy listening. Noi lo facciamo a Bari, dove la scena musicale è alternative, quindi noi ci contraddistinguiamo per quello. Non cerchiamo chissà quale sonorità, cerchiamo di arrivare dritto al cuore delle persone, facendo magari capire il pezzo al primo ascolto”.
Davide: “L’indie è sicuramente una tendenza del momento, però la musica di Luciano è sempre stata così, dall’inizio ad oggi. L’etichetta che portiamo dietro ci sta affianco da sempre, questo per dire che non ci interessa andare incontro alle mode, noi suoniamo quello che ci sentiamo di fare, sperando di farlo naturalmente al meglio”.

Allora, se è vero che la tendenza è inseguire le sonorità alternative, gli spazi per il pop si stanno riducendo?
Luciano: “Credo di no, del resto chi esce dai reality cosa fa? Easy listening. La Amoroso, o comunque tutti i personaggi che provengono dai talent show propongono un brano facile da ascoltare, per cui no, il pop non è assolutamente morto, anzi”.
Davide: “Cercando di dare una interpretazione a quello che vediamo, forse la tendenza dell’indie è per cercare di scavarsi una nicchia negli scenari locali, però non è una cosa che ci appartiene”.

Musicalmente poi,  cosa voglia dire essere indie non è nemmeno troppo chiaro in fondo…
Davide: “Ma sai sono quelle etichette che alla fine uno fa sue a seconda di quello che più gli conviene, tutti dicono che fanno indie per accaparrarsi il favore delle persone”.

Nel vostro curriculum ci sono molti contest e festival per band emergenti, come si fa a capire se ne vale la pena o se il rischio fregatura è dietro l’angolo?
“Ne abbiamo prese di fregature…” risponde con un po’ di amarezza Luciano.
Davide: “Rido perché ne abbiamo fatti veramente tanti sin dai primi anni, Sanremo, Castrocaro, quindi anche quelli più blasonati. Quando ci siamo accorti che non serve a niente, che il più delle volte è già tutto deciso e tu sei solo una comparsa, pur facendo esperienza e conservando dei bellissimi ricordi, con un grosso sforzo abbiamo intrapreso una direzione diversa. Piuttosto che andare a cercare un palco particolare, ci siamo impegnati nella realizzazione di un prodotto veramente valido, con la collaborazione di persone importanti, e cercare di spingere questo”.

Allora ci sono altri modi per presentarsi secondo voi?
Luciano: “Col senno di poi siamo arrivati ad una conclusione: tutto ciò che è a scopo di lucro, viene da noi cestinato. Quei concorsi che richiedono una quota di iscrizione noi li scartiamo. In Italia c’è un grosso personaggio che ti tratta da professionista senza farti pagare un centesimo, e a livello mediatico è stato fatto fuori. Lo fa da sempre, ha creato la sua web tv indie-pendente e sta avendo i suoi riscontri…”
Gigi: “Tutti i musicisti lo cercano, dà spazio ai giovani, non si interessa alle cover band di cui siamo pieni, bravissime pure per carità, ma da cui non emerge mai il gruppo, la personalità, lo stile…gli Akustika sono quello che hai sentito stasera”.

Come si vive l’atmosfera in queste situazioni, si riesce a legare in qualche modo o la competizione prevale su tutto? Per la serie, mors tua vita mea…?
La risposta di Luciano è netta: “Questo è il modus vivendi delle band locali baresi”.
Davide: “Sì sì, sono d’accordo. In linea di massima, collaborazione non è il primo pensiero ecco. Probabilmente anche noi non la cerchiamo, non lo so, forse è anche una questione mentale, addirittura culturale. Come ti dicevo, non ne stiamo facendo più di contest, l’anno scorso abbiamo partecipato al premio Mimmo Bucci incontrando band provenienti da altre parti di Italia, non mi è sembrato di cogliere questo spirito, forse un po’ fredda la situazione, non ti so dire da cosa può dipendere, non mi è sembrato un momento in cui far nascere nuove idee. Sicuramente ascoltando gli altri, parlo per me, cerco sempre di cogliere qualcosa che possa tornare utile al nostro lavoro”.

Due brani degli Akustika fanno parte della compilation Hit Mania 2012, come ci siete arrivati e cosa vi ha portato?
Luciano: “Ci ha contattati Silvano D’Angela tramite il sito di Puglia Sounds dove siamo presenti, siamo andati a suonare in un locale di Roma e abbiamo vinto la serata, portando a casa questo bel risultato.  A parte la personale gratificazione, la soddisfazione, abbiamo una voce in più sul curriculum, tutto fa curriculum”.

Ne parlavamo prima, il personaggio di cui sopra. Che effetto fa interagire con una persona musicalmente importante come Red Ronnie?
Luciano: “Lo abbiamo incontrato la prima volta a Matera, al Tim Tour, e poi ad Isernia per Una Canzone d’Autore, dove ci siamo classificati terzi, riuscendo a strappagli la promessa di invitarci al Roxy Bar”.
Davide: “Il merito è dei nostri supporters. Ci hanno seguito in macchina da Bari fino ad Isernia, che non è proprio una passeggiata e pure la strada non è bellissima. In questa piazza con tremila persone hanno esposto uno striscione con la scritta Vogliamo gli Akustika al Roxy Bar, o qualcosa del genere, e lui ha raccolto questa richiesta invitandoci davanti a tutto il pubblico”.

Parlando telefonicamente in vista di questo incontro, ho capito che vi rivolgete prevalentemente ad un pubblico non barese. Perché? Cosa c’è che non va qui e cosa c’è di meglio, tra virgolette, fuori?
Luciano: “Non me ne vogliano le band locali, però sembra che a Bari ci sia un circuito chiuso, sembra che siano sempre e solo loro, nelle radio locali passano sempre gli stessi…anche noi ci siamo stati, pure noi ne facevamo parte, attenzione, però ci siamo resi conto che fuori c’è tutto un mondo. Ad Isernia eravamo degli emeriti sconosciuti, eppure giù dal palco ci siamo trovati circondati da persone che volevano i cd, l’autografo…a Bologna lo stesso, a Roma anche, al Motor Show pure. Per questo Bari ci sta un po’ stretta, poi c’è un’altra cosa: oggi nei locali puoi suonare solo in acustico, in elettrico non ti fa suonare più nessuno, e questo costringe a presentarti in una chiave diversa”.

Anche voi, come già qualcun altro, mi avete chiesto se questo servizio fosse a pagamento oppure no. Vi hanno chiesto dei soldi per essere intervistati?
Luciano: “Nel ’97 una tv locale ci parlò di auto produzione chiedendo 300mila lire. Ultimamente siamo stati contatti tramite Facebook per  proporci un servizio video a pagamento. È stato cestinato come tutte le altre. L’unico che non ti chiede un centesimo è Red Ronnie, naturalmente hai le spese di viaggio da sostenere, però vai al Roxy Bar, dove ci sono più telecamere che musicisti, e sei trattato da professionista”.

Avete suonato da poco al Gargà dopo un certo periodo lontani dalle scene, come mai questo silenzio?
Luciano: “È stata solo una questione organizzativa, abbiamo perso un pezzo per strada e quindi ci siamo dovuti reinventare”.
Davide: “Tra l’altro con una specie di ciclo che si ripete, perché a parte Luciano che è il cuore pulsante del progetto, gli Akustika ogni tanto perdono un pezzo. Questo è anche uno stimolo in qualche modo, perché si potrebbe dire che da 15-20 anni facciamo sempre le stesse cose, ma non è così, dovendo reinventarci ogni volta”.
Luciano: “Mi premetto di dire che forse siamo una delle band più prolifiche e più longeve della scena barese. Sta di fatto che, ogni volta che perdi un pezzo, ogni volta che cadi, ti devi fermare e rialzarti”.

E quindi a che punto siete con la produzione del nuovo album?
Luciano: “Ci siamo quasi, mancano i missaggi, il mastering…voglio essere ottimista, in un paio di mesi dovrebbe essere negli store digitali”.

Noi abbiamo già prenotato un posto per la presentazione.

Riprese e Montaggio Gianluca Lomuto Giovanna Mezzina

 

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Line-up

Luciano De Palma, voce e chitarre
Davide Marzucco, bassi elettrici e strumentazioni elettroniche
Luigi Battista, batteria e percussioni
Francesco Loporchio, tastiere e backing vocals

 

Fotografie Giovanna Mezzina