Wayne Shorter ha raccontato della sua amicizia con uno dei big che ha fatto la storia del jazz, Miles Davis, a cui la rassegna musicale barese è dedicata. Shorter ha poi descritto l’esperienza con il gruppo jazz fusion più significativo degli anni settanta e ottanta, i “Weather Report”, dell’incontro con il chitarrista Carlos Santana e le emozioni provate quest’estate nella tournée con Herbie Hancock e Marcus Miller, dove i tre musicisti hanno eseguito il repertorio, dalla fine degli anni ’40 fino ai primi degli anni ’60, di Miles Davis.

Inoltre, il jazzista ha confidato che gli sarebbe piaciuto suonare con il pianista italiano Michelangelo Benedetti, scomparso nel 1995 e con compositori come Giuseppe Verdi e Giacomo Puccini, poiché non considera i grandi del passato come dei morti. Per Shorter suonare i loro brani è suonare con loro, è rendere vivo e presente chi ha fatto la storia della musica.

Il sassofonista, che ad agosto ha compiuto 78 anni, ha poi parlato della sua spiritualità che genera la musica. Questa spiritualità che entra in conflitto con chi invece vende musica, come le case di produzione discografiche. Questa resistenza è tuttavia necessaria, secondo Shorter, poiché permette alla musica di essere veicolata, paragonando la spiritualità musicale ad un aeroplano che vince la resistenza della forza di gravità quando sta decollando.

Wayne Shorter ha fatto conoscere il sentimento di “democrazia” che vige all’interno del suo quartetto, dell’equilibrio che nasce dalla fiducia reciproca dei musicisti senza però annullare l’individualità artistica di ciascun membro della band.

Appuntamento a domani, 13 ottobre, per l’ultimo concerto della rassegna “Bari in Jazz”, organizzata dall’associazione Abusuan con Regione Puglia, Provincia e Comune di Bari e Puglia Sound dedicato a Miles Davis. Sul palco accanto a Wayne Shorter ci saranno: Danilo Perez al piano, John Patitucci al contrabbasso e Brian Blade alla batteria.

Antonio Calisi

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