Il motivo dell’acredine è più o meno identico a quello che fece infuriare un più che mai sulfureo Busi che decise di non partecipare all’evento ritirando il suo libro “Aaa!” dal concorso e rilasciando dichiarazioni al veleno proprio sull’ideatore scomparso:

«Un fascista almirantiano con la cui memoria non voglio avere nulla a che vedere, sotto l’egida di gente come Pedullà, Bossi Fedrigotti e gli altri componenti di quel comitato catto-fascista che mi ha scelto».

Questa volta a lanciare il sasso nello stagno è stata una notizia diffusa da alcuni giornali locali che titolavano la possibile trasformazione del premio da annuale a biennale a causa della mancanza di fondi e del mancato sostegno dei privati in cui il Comune di Bari aveva intravisto un’ancora di salvezza. Scoppia il caso.

Il centrodestra accusa il Comune di voler sopprimere il premio solo perché dedicato alla memoria del suo stesso ideatore e promotore, Pinuccio Tatarella, scomparso nel 1999, storico esponente della destra barese. A capitanare il drappello del dissenso c’è Ninni Cea, coordinatore dell’opposizione nella giunta e non nuovo a scontri diretti col sindaco Emiliano.

Il Comune contrattacca e dirama un comunicato in cui chiarisce come ci sia carenza di fondi e si debba fare i conti coi tagli imposti dal Governo, pur tuttavia promettendo di fare il possibile per cercare di mantenere la cadenza annuale della manifestazione. A detta del sindaco barese Emiliano, solo la conversione in legge della manovra potrà decretare la fine o meno del concorso, i cui costi sarebbero addirittura relativamente bassi, nell’ordine dei 150mila euro, ma che il Comune potrebbe non riuscire a sostenere.

Nel scontro entra allora la vedova Tatarella, Angiola Filipponio, che commenta lapidaria:

«Se a questa amministrazione imbarazza il nome Tatarella, a me imbarazza che siano loro a gestirlo»

La Filipponio insiste nel dire che da tempo ha chiesto alla Fondazione di cancellare il nome di suo marito dal premio, pur avendolo egli stesso creato, e ricorda di come il centrodestra, lei stessa e il fratello di Pinuccio, Salvatore, non abbiano mai preso parte alla premiazione o strumentalizzato l’evento per finalità politiche.

 

Giuseppe Del Buono