Per Tommy Parisi quello di stasera al Reef sarebbe dovuto essere il ritorno a casa, dopo l’esilio musical-neomelodico a Napoli. “Rischiare”, il titolo dell’ultimo album, la dice lunga sull’operazione. E alla fine il rischio è costato la serata. Sì, perché Tommy è il figlio del boss Savinuccio, nel caso a qualcuno ancora sfuggisse.

La parentela viene sottolineata in ogni contesto e la cosa non piace. Evidentemente non è andata giù ai proprietari del Reef. Troppa pubblicità negativa. Quando abbiamo chiamato per prenotare due posti, qualcuno ci ha risposto: “Non c’è più il concerto, è stato annullato. I motivi non li so. Stasera solo abbiamo delle feste private”. La verità, come nel caso del mancato concerto a Pane e Pomodoro, è un’altra.

All’epoca si addussero motivazioni legate alla mancanza generale di bagni e sicurezza, ma tutti sapevano e sanno come stanno realmente le cose. Tommy Parisi, che avevamo intervistato insieme al suo avvocato Nicola Lerario, sa bene perché non può cantare. A questo punto dovrà farsene una ragione e rischiare altrove, perché a Bari il figlio del boss non lo vuole nessuno. L’esilio a Napoli potrebbe quindi diventare definitivo. Certo, sarebbe un’assurda discriminazione e per questo nessuno glielo dice nei denti, ma qui non canta perché è il figlio del boss e ci sarà sempre un pretesto per far saltare un concerto.