Un taglio sotto al piede destro rischia di diventare il pretesto per l’ennesimo scambio di accuse e rimpalli di responsabilità tra operatori del soccorso, il 118 in questo caso, e i cittadini bisognosi di aiuto, per fortuna non in pericolo di vita nell’episodio specifico. Ma andiamo con ordine.

Ieri mattina, verso le 10, un bambino si è procurato un taglio sotto al tallone, nulla di particolare rilevanza a giudicare dalla foto, anche se non sappiamo con cosa si sia procurato la ferita, un pezzo di vetro, un ferro arrugginito o qualcosa meritevole di indagine più approfondita.

Da quel momento, le persone in sua compagnia hanno tentato di mettersi in contatto con la centrale operativa del 118, chiamando ripetutamente per oltre un’ora, senza tutta via che qualcuno rispondesse. Alla scena, ci riferiscono, avrebbero assistito anche degli agenti di Polizia Locale.

Nulla, tutto inutile, nessuno prende la chiamata. Gli animi si surriscaldano, fortunatamente non al punto di aggredire, cosa già successa tante volte come vi abbiamo raccontato, l’equipaggio dell’ambulanza, arrivata pochi minuti dopo le 11.20.

Sull’accaduto, per capire effettivamente come siano andate le cose, abbiamo interpellato telefonicamente il dottor Gaetano Dipietro, responsabile della centrale operativa, che in questi è fuori sede: “La motivazione è strettamente connessa al numero di chiamate, basta vedere i report del giorno stesso, ma anche di quello precedente. I mezzi di emergenza vanno adoperati con un po’ di buon senso, se tutti chiamano per tutto, non possiamo effettuare quegli interventi salvavita per i quali è nato il 118”.

“In alcuni casi – ha aggiunto il medico – si può agevolmente trasportare l’infortunato al Pronto Soccorso con un mezzo proprio, in altri casi il 118 non è proprio indicato. Ma le telefonate per casi non di emergenza impegnano lo stesso gli operatori e a volte non possono agganciare i casi in cui c’è effettiva necessità”.