Il Policlinico di Bari

Una rondine non fa primavera, ma due sì. In questo caso di rondini ne abbiamo addirittura tre, solo che si tratta di pazienti che necessitano di una visita e si rivolgono al Policlinico. Di che stiamo parlando? Facile, di liste d’attesa, sempre loro, la maledetta croce della sanità pubblica, quella che qualche politico o manager stipendiato dalla politica ha spesso il coraggio di appellare come di eccellenza.

La prima rondine – un dipendente della Regione Puglia, taggando il presidente Michele Emiliano, sulla propria bacheca facebook tra le altre cose scrive: “…per poter fare accertamenti cardiologici in quella struttura sanitaria bisogna aspettare OTTOBRE 2018. Ma se si richiede una visita a pagamento la disponibilità è immediata”.

Seconda rondine – Una persona che lavora in redazione al Quotidiano Italiano un “bel” giorno si è svegliata con una cisti sul naso. Brutta da vedere, pessima per le relazioni sociali, ma soprattutto molto fastidiosa. Per farsela asportare si è rivolta al Cup del Policlinico. Prima data utile, ottobre 2018.

Terza rondine – A un lettore del giornale è purtroppo spuntato un neo sulla testa. Coi nei, si sa, bisogna andarci coi piedi di piombo. Il medico curante prescrive una visita dermatologica per eventuale albazione del neo. Prenotazione, 9 agosto 2018.

E allora, come la mettiamo? Lungi da noi la volontà di abolire le visite private tra le mura ospedaliere, non è questa la soluzione per accorciare le liste d’attesa e sulla graticola non ci sono i medici, sia chiaro, ma per favore non venite a parlarci di eccellenza. Di vita ne abbiamo una sola e con la salute (degli altri) non si scherza. Un anno attesa per una visita specialistica non è una sanità di eccellenza, è una sanità incapace di soddisfare i bisogni dei cittadini, meno che mai di fare prevenzione. Naturalmente, se qualcuno del Policlinico o della Regione Puglia ha qualcosa da dire, siamo pronti ad ascoltarlo.