foto di repertorio

Attese per tutto l’anno, le ferie estive sono uno dei pochi momenti per ricaricare le batterie e affrontare la nuova stagione lavorativa alle porte. L’auspicio, ovviamente, è che tutto fili per il meglio, ma forse, la fase più delicata è il ritorno, quella che più di ogni altra cosa, mette il punto su ciò che è stato e ci prepara ad affrontare le cose che ci aspettano.

Alessandra e Dora, due libere professioniste pugliesi, si apprestavano a rientrare martedì dalla Sardegna col volo Rayanair FR8727 da Cagliari delle 12.25 diretto al capoluogo pugliese. Diligentemente posizionate nelle vicinanze del gate già dalle 10, hanno atteso con pazienza di potersi imbarcare allo stesso varco, non per colpa loro, del volo destinato a Madrid della stessa compagnia che sarebbe decollato poco dopo la loro partenza. E così, la coda è diventata un “mischia mischia” di passeggeri con destinazioni diverse, chi vola con Ryanair sa bene di cosa stiamo parlando.

Quando in prossimità del decollo è scomparsa la scritta Bari dal tabellone del gate ed è apparsa la dicitura Madrid, con un brivido lungo la schiena hanno scavalcato tutta la fila e si sono precipitate al desk, dove hanno ricevuto dal personale addetto al controllo dei biglietti una risposta che le ha lasciate di sasso: “Spiacenti, imbarco chiuso”. Tradotto, sull’aereo non si sale. A nulla sono valse le rimostranze, le procedure aeroportuali sono rigidissime. Biglietto perso e tanti saluti al ritorno casa.

Va beh, si potrebbe pensare, chiacchieravano pensando ai cavoli loro e non se ne sono accorte. Su questo, le due dottoresse hanno più di una cosa da ridire: “Il volo non è mai stato annunciato, ce ne saremmo accorte – ci ha detto Alessandra – non siamo sprovvedute e non è certo la prima volta che viaggiamo in aereo. Lo abbiamo fatto presente al personale, ma sostenevano aver chiamato l’imbarco più volte, addirittura una di loro ci ha detto di aver chiesto persona per persona se dovessero andare a Bari. Siamo arrivate davanti alle hostess del gate alle 12.15, c’erano ancora 10 minuti prima del decollo, ma non hanno voluto sentire ragioni”.

“A quel punto siamo andate al check in della Ryanair – prosegue Dora nel suo racconto – e lì abbiamo scoperto di non essere le uniche rimaste a terra, come noi pure due ragazzi. Anche le tre addette al check in hanno fatto netta opposizione, sostenendo la tesi dei ripetuti annunci all’altoparlate, così abbiamo chiesto le registrazioni che lo provassero, ma ovviamente non abbiamo visto nulla. Secondo gli altri due ragazzi rimasti a terra, è stato fatto un solo annuncio, due minuti prima che chiudesse l’imbarco, in inglese. Ovviamente per tornare a casa ci siamo dovute arrangiare da sole“.

E qui si apre un’altra storia nella storia. Sì, perché l’alternativa è stata un volo con scalo a Roma di Alitalia, costo del biglietto in aeroporto ben 400 euro a testa. Con lo smartphone e una rapida ricerca in rete, Dora e Alessandra hanno acquistato un posto ciascuno sullo stesso aereo per 170.

Normalmente il personale addetto al gate e al check non è alle dirette dipendenze della compagnia, ma esiste sempre la possibilità che nello scalo in questione ci siano degli accordi diversi. Dunque, per venire a capo di tutta questa storia, abbiamo chiamato l’ufficio stampa di Ryanair: “Dobbiamo capire cosa sia effettivamente successo, i clienti possono comunque sempre contattarci tramite call center (a pagamento, ndr), via chat o via mail ai vari recapiti che ci sono sul sito”.

Nel momento in cui scriviamo, circa 22 ore dopo la prima telefonata intercorsa con la compagnia, ancora non abbiamo saputo gli esiti dei controlli, in pratica Ryanair non è ancora in grado di dire se il personale di terra che ha operato in questo caso nell’aeroporto di Cagliari sia alle sue dipendenze oppure no.

Anche noi avremmo potuto chiamare l’aeroporto di Cagliari per provare a dipanare la matassa, ma resta il fatto che quando un passeggero compra un biglietto aereo, diventa cliente della compagnia e da questa dovrebbe essere assistito, non dal particolare scalo in cui si trova o deve andare.

In merito ai canali per contattare la compagnia, un call center a pagamento per chi ha già comprato un biglietto è come comprare la macchina dal concessionario e poi pagare il meccanico ufficiale di quella concessionaria un tot al minuto per spiegargli il problema. Quanto alla live chat o alla email, se la disavventura capitata ad Alessandra e Dora fosse invece successa ai loro nonni anziani, probabilmente i poveretti sarebbero ancora a Cagliari in attesa di potersi imbarcare. In ogni caso, restiamo in attesa che Ryanair finisca i suoi controlli.