Potrebbe sembrare una barzelletta, ma invece è tutto vero. Bari, 8 agosto 2017, caldo terribile, la città è mezza vuota. Una coppia di stranieri, con due bambine piccole e passeggini di ordinanza, si lancia nell’esplorazione delle nostre bellezze artistiche e culturali. Come mezzo per gli spostamenti, poveri loro, scelgono il trasporto pubblico, i famigerati autobus Amtab “arancione triste”, perché ormai quel colore sbiadito, su quelle vetture scassate che fanno ridere in tutta Europa, non mette di buon umore più nessuno.

Sono senza biglietto, fiduciosi di poterlo acquistare a bordo, e quindi si rivolgono all’autista, sicuri che tanto l’inglese ormai lo insegnano ai bambini dell’asilo, figuriamoci se il dipendete pubblico di una città metropolitana come Bari, che tra l’altro ha scelto l’inglese per il suo logo internazionale, non sa parlarlo.

La scena che si ritrovano a vivere è più o meno la stessa di Totò e Peppino a Milano, noia volevon savuà, coi due coniugi costretti a improvvisare e il malcapitato autista ad arrampicarsi sugli specchi. Un corso di lingue straniere, specie per il personale al servizio in Amtab da più tempo, probabilmente l’azienda farebbe bene a prevederlo. Per fortuna, sul mezzo c’era una passeggera volenterosa. Capita l’antifona, si presta a fare da interprete. Risultato, biglietti finiti e rassicurazione dell’autista: non vi preoccupate dei controllori. Non è chiaro se intendesse dire una cosa tipo “tanto non ce ne sono” oppure “quando salgono spiego io la situazione”. E così con gli stranieri costretti a fare i portoghesi, inizia il viaggio.

Il fracasso è assordante, pazienza, in fondo non sta scritto da nessuna parte che si debba viaggiare nel silenzio e maniera confortevole; l’autobus non è certo splendente, per igienizzarlo si farebbe prima a usare il lanciafiamme, i vetri lasciamo stare, a terra però “spicca” la pedana per i disabili in sedia a rotelle. Quella è pericolosa. Sì perché, come si vede dal video, non è agganciata e ogni volta che il mezzo prende una buca, un fosso, un avvallamento dell’asfalto, salta su come le molle delle scatole per bambini, quelle con dentro la testa di un pagliaccio sparata fuori quando si toglie il coperchio.

I nostri turisti sono terrorizzati, sui loro volti si legge benissimo la paura di essere aggrediti da qualche male intenzionato e tutto il pentimento per aver scelto Bari quale meta del loro viaggio per le vacanze, ma ormai ci sono. La guida dell’autista non è nemmeno rassicurante, coi poveri turisti sballottati qua e là nella cabina della vettura, più volte rischiano di cadere faccia a terra.

La corsa prosegue fino a quando, in corso Mazzini, salgono i controllori. Panico. I nostri sventurati sono senza biglietto e i verificatori non sono affatto propensi a lasciar correre. La stessa passeggera “interprete improvvisata” prova a spiegare loro tutta la situazione, ma la risposta, ineccepibile sia chiaro, è una sola: avrebbero potuto acquistarli col cellulare. Alla fine ha vinto il buon senso, ma secondo noi, i nostri poveri turisti, non conserveranno certo un buon ricordo della nostra città. Com’era? Bari never ends. Deve essere più o meno quello che hanno pensato anche i due sventurati con le loro bambine.