Un tir varca il casello dell’autostrada A14, ma poi per qualche ragione fa retromarcia e trascina un furgone con a bordo un’intera famiglia: padre, madre, figli, nonno. Insomma, ci sono tutti. La notizia di cronaca, che pure vi diamo, questa volta passa in secondo piano. Ciò che ha fatto scatenare il putiferio è l’aver accertato che anche i mezzi di soccorso, come le ambulanze del 118, devono pagare il pedaggio.

A nulla è valso il tentativo dei soccorritori di spiegare il motivo della presenza in autostrada, non certo per una passeggiata personale. I pazienti, infatti, sono stati trasportati in ospedale con un “bel” codice giallo. Medici, infermieri, autisti e soccorritori sono ovviamente indignati, seppure fino a qualche tempo fa le ambulanze delle associazioni di volontariato che gestiscono le postazioni del 118 fossero dotate del telepass.

La Asl non lo paga, perché sarebbe difficile controllarne l’utilizzo corretto. Le ambulanze, infatti, vengono per esempio impiegate per effetturare dei trasporti secondari, non legati quindi alle emergenze pubbliche. Com’è andata? Gli autisti hanno preso il tagliando al casello, salvo poi mancare il pagamento a Bitonto, da dove sono rientrati in autostrada prendendo di nuovo il tagliando e mancando ancora il pagamento al casello Bari Nord, prima di andare negli ospedali a cui erano state indirizzate le ambulanze.

Veniamo a sapere che solo la Croce Rossa non paga il pedaggio. Peccato, però, che la Croce Rossa, almeno in provincia di Bari, non gestisca neppure una delle postazioni del 118. Della questione si è occupato più volte il direttore della Centrale Operativa del 118 barese, Gaetano Dipietro. I suoi inviti e le sue lettere, però, finora non hanno sortito alcun effetto, anche perché per risolvere questa ennesima e assurda questione italiana, servirebbe ritoccare le norme. Il problema, infatti, riguarda tutta la rete autostradale.

Come andrà a finire? Tra un paio di mesi arriverà a destinazione la multa per il duplice mancato pagamento; il direttore Dipietro scriverà una relazione dove si certificherà l’impiego del mezzo in un’emergenza del 118 e la sanzione sarà annullata. Un modo semplice semplice per complicarsi la vita. Le soluzioni sarebbero tante, compresa quella di installare un sensore alle sbarre, capace di liberare il passaggio ai mezzi di soccorso con le sirene accese. Soluzione già ampiamente testata.

La faccenda è incresciosa, anche perché riguarda altri mezzi pubblici che hanno la sventura di entrare in autostrada, per esempio con il compito di liberare le carreggiate dopo un incidente.