“Dammi i soldi che hai”. Con questa frase un uomo incappucciato ha aggredito una donna appena rientrata nel garage condominiale con la propria auto mentre i due figli di 5 e 2 anni dormivano sul sedile posteriore. L’episodio è avvenuto due giorni fa intorno alle 22:20 in un condominio nelle vicinanze di piazza Carducci. “Non può nemmeno immaginare il terrore che ho provato – racconta la vittima – soprattutto perché ho pensato potesse fare del male ai miei figli oppure costringermi a portarlo in casa”.

L’aggressore si è fatto avanti non appena la donna ha aperto lo sportello dell’auto a quel punto impedendole qualsiasi movimento le ha intimato la consegna dei soldi che aveva con se in quel momento. “Mi sembrava di essere in trance – continua la mamma ancora sotto shock – la prima cosa che mi è venuta in mente di fare, per evitare che i bimbi potessero svegliarsi, è stata prendere la borsa che avevo sul sedile accanto e dal portafogli dare a quel l’uomo gli unici 20 euro che ho trovato. Acciuffato il denaro l’uomo che indossava pantaloni chiari e una t-shirt nera con alcune scritte è scappato chiedendomi di aprirgli il cancello posteriore del garage”.

La vittima ancora sotto shock, dopo la fuga del suo aggressore, non ha saputo fare altro che pulire con una salvietta umidificata le parti dell’auto toccate dall’uomo. “Un gesto senza senso, lo so – aggiunge la mamma – ma se non ti è mai capitato niente di simile non puoi capire come ci si possa sentire confusi, impauriti e incapaci di fare qualsiasi cosa”. Messi i bimbi al sicuro in casa la donna ha chiamato alcuni familiari corsi a darle conforto oltre che tentare di rintracciare chi l’aveva assalita.

“Ho ritenuto inutile denunciare l’episodio alle forze dell’ordine – spiega amareggiata – perché in passato ho avuti sempre in questa zona altri due episodi spiacevoli. Circa quattro anni fa rientrando a casa con il bambino, sorpresi alcuni individui a scassinare la porta di una delle abitazioni del mio pianerottolo, rientrai in ascensore e scappai. A dicembre scorso invece trovai il finestrino della mia auto distrutto. Nonostante le denunce non si è riusciti a venire a capo di quanto successo”.

Purtroppo episodi di questo tipo non sono eccezioni e ogni volta ripropongono la questione relativa alla sicurezza soprattutto in luoghi non centrali delle nostre città. “Abbiamo deciso di installare alcune telecamere dove non l’abbiamo già fatto – conclude la donna – il vero problema però è che le immagini aiutano a risalire ad eventuali aggressori, sempre si possano riconoscere, ma non evitano aggressioni come quella da me subita in cui unico deterrente potrebbe essere un presidio maggiore del territorio”.