Oltre sei milioni di euro. Questa la richiesta delle parti civili nel processo per l’omicidio di Bruna Bovino, l’estetista di 29 anni uccisa il 12 dicembre 2013 nel centro estetico che gestiva a Mola di Bari con 20 colpi di forbici alla base del collo e poi strangolata. Nel procedimento è imputato dinanzi alla Corte di Assise di Bari il 36enne Colamonico, accusato di omicidio volontario e del successivo incendio doloso.

“Si è realizzato il peggior incubo di ogni genitore – ha detto il legale della mamma di Bruna Bovino – sopravvivere ai propri figli, anzi alla sua unica figlia”. I danni quantificati dalla famiglia ammontano a un totale di 6,5 milioni: 3,5 per la madre e altri 3 milioni come risarcimento per il figlio minorenne della vittima.

Tra le parti civili anche l’associazione antiviolenza Safiya che ha avanzato una richiesta speciale come risarcimento: un percorso rieducativo e culturale con la consegna di dieci libri sulla differenza di genere alla biblioteca del carcere”.

Nel processo sono costituiti parte civile anche la Regione Puglia, che ha chiesto 200mila euro, e l’associazione Giraffa, che stima una richiesta di 20mila euro. Lunedì prossimo toccherà alle arringhe difensive. Colamonico è in carcere per il delitto dal 9 aprile 2014. Per lui l’accusa ha chiesto la condanna a 28 anni di reclusione.