foto di repertorio

“L’anno scorso in tutta la Puglia ci sono stati 9 casi, ad oggi nel 2017 ne contiamo 180. Siamo di fronte a un’epidemia”. Maria Chironna, responsabile del Laboratorio di Epidemiologia molecolare dell’unità operativa di Igiene del Policlinico, non usa giri di parole.

I numeri sono impressionanti, anche volendo distinguere tra casi segnalati e casi accertati il fenomeno resta assolutamente preoccupante: “Inizialmente avevamo un focolaio riconducibile, come fattore di rischio, al fatto che si trattasse di maschi che avevano rapporti con altri maschi  – ha ricordato la dottoressa – da lì in poi abbiamo avuto un notevole aumento di casi tra le femmine. Stiamo monitorando la situazione, l’epidemia è sicuramente ancora in atto”.

Senza parsi prendere dal panico, dunque, è bene sapere come stanno le cose al momento, e soprattutto come comportarsi: “I consigli sono sempre quelli, evitare di mangiare frutti di mare crudi o poco cotti, lavarsi sempre le mani, prestare attenzione all’igiene per evitare la trasmissione oro-fecale, rispettare le norme igienico-sanitarie”.

“Per quanta riguarda i prodotti del così detto orto basso – ha aggiunto – è sufficiente un lavaggio accurato, magari con bicarbonato o amuchina, soprattutto nei casi in cui non si conosca con certezza la provenienza degli alimenti che saranno consumati crudi. Anche se illegale, qualcuno potrebbe ancora fare uso delle acque reflue per irrigare i campi, pratica vietatissima dalla legge e che non possiamo confermare. Il problema comunque non è solo quello, non dimentichiamo la possibile contaminazione per via della manipolazione successiva alla raccolta”.

“La vaccinazione naturalmente è raccomandata – ha concluso la Chironna – anche se credo che in alcune Asl il vaccino per adulti, maggiormente interessati da questa epidemia, al momento non sia pienamente disponibile”.