Trifone Ragone e Teresa Costanza, uccisi a Pordenone il 17 marzo del 2015.

“Non è una cosa che si è verificata. Lo escludo categoricamente”. Così Giosuè Ruotolo ha negato di aver chiesto alla madre di Trifone dei soldi per un presunto debito che lo stesso Trifone aveva con lui. Ruotolo, unico imputato dell’omicidio di Teresa Costanza e Trifone Ragone, uccisi nel parcheggio del palazzetto dello sport di Pordenone la sera del 17 marzo 2015, ha parlato nel corso della 23esima del processo in Corte di Assise a Udine.

Il pm che ha chiesto a Ruotolo ulteriori chiarimenti sulla genesi dei messaggi Facebook inviati dal profilo Anonimo a Teresa Costanza, spediti tra il 26 giugno e metà luglio. “L’idea – ha detto Ruotolo – era partita da Romano e Renna, poco dopo il trasferimento di Trifone. Li trovai che parlavano e dicevano di contattare Teresa per informarla dei tradimenti di Trifone per tutto quello che aveva fatto in casa. Le risposte da dare a Teresa le decidevamo insieme e poi io scrivevo. Di solito erano presenti Renna e Romano, mi ricordo che lui fosse quasi sempre presente”. E quando il pm gli ha ribadito che Romano era in licenza dal 30 giugno al 3 agosto, ha risposto “allora evidentemente c’era Renna”.