Sedici anni di reclusione: è la condanna chiesta dalla Procura per il 53enne barese Cosimo Damiano Panza, accusato di violenza sessuale ai danni di una dipendente di un ufficio aperto al pubblico nel centro di Bari, commessa il 6 ottobre scorso.

L’uomo, detenuto a lecce, il giorno incriminato era libero perché in permesso premio: è già condannato venti anni fa per un’altra violenza sessuale, mentre adesso il pubblico ministero, Simona Filoni, gli contesta i reati di sequestro di persona, rapina aggravata, violenza sessuale, porto abusivo di arma bianca e furto.

Stando alla denuncia della vittima e alle successive indagini dei Carabinieri, il 53enne si sarebbe introdotto in pieno giorno nell’ufficio con una scusa e avrebbe poi estratto dalla tasca un coltellino a serramanico minacciando la donna, una 27enne, che in quel momento si trovava sola. “Dammi i soldi o ti taglio tutta” le avrebbe detto, facendosi consegnare 15 euro che l’impiegata aveva in borsa. Sotto la minaccia della stessa arma, l’uomo l’avrebbe poi costretta a seguirlo in bagno dove avrebbe abusato di lei.

La vittima, dopo la violenza, riuscì a fuggire e si rifugiò in un bar vicino, dove chiese aiuto. Prima di darsi alla fuga, Panza avrebbe rubato altri 350 euro da una borsa che era stata lasciata in ufficio da un’altra dipendente che era in pausa pranzo. Il processo con rito abbreviato che si sta celebrando dinanzi al gup del Tribunale di Bari Roberto Oliveri del Castillo è stato aggiornato al 2 maggio per la sentenza.