Un odore pungente ci ha assalito appena entrati nell’edificio abbandonato. Una stanza con all’interno quattro letti e un cucinino con una bombola del gas. Accanto, invece, un cumulo di immondizia di dubbia provenienza e un locale adibito al bagno, vi lasciamo solo immaginare le condizioni del posto. In questo stabile viveva, con il padre e il fratello, Nezira Husovic. La ragazzina quattordicenne era scomparsa lo scorso 17 marzo mentre era in un supermercato con il tutore a cui era stata affidata, dai servizi sociali, dopo il presunto coinvolgimento nell’inchiesta della prostituzione minorile.

Seduto per terra, con accanto una stampella, il padre di Nezira ha il volto provato e preoccupato per quello che succederà ma ha voluto parlare ai nostri microfoni. Secondo l’uomo, la ragazzina si sarebbe allontanata di sua spontanea volontà dal centro in cui era stata ospitata. Non sapeva fosse ricercata: “L’ho vista arrivare qui – dice il padre –  mi ha detto che stava al supermercato ed è scappata. Solo ieri è tornata a Bari, dopo che è stata con lo zio a Roma”. Informazioni che devono essere ancora accertate.

Alla domanda sul presunto coinvolgimento della figlia nel giro di prostituzione minorile al San Nicola ha voluto specificare: “Noi siamo bosniaci, non avrei mai fatto fare quelle cose a mia figlia – dice il padre – abitavamo li perché non sapevamo dove altro stare”. ” Mia figlia, fino a quando abbiamo abitato vicino allo stadio, andava a scuola – continua l’uomo – perché li si poteva lavare e poteva andare ordinata. Da quando ci siamo trasferiti qui, non va perché non abbiamo l’acqua per lavarci”.

“Il sindaco non ci ha dato un posto dove poter avere un po’ di dignità – dice il padre di Nezira – ho provato a cercare un lavoro, ma non ci sono riuscito. La settimana prossima tornerò in Bosnia dove raggiungerò mia moglie”. La madre della ragazzina, dopo aver scontato la pena in Italia per furto, è ritornata nel suo paese e non può tornare in Italia.

Non sappiamo se tutto ciò che ci ha detto è vero o no, ma sta di fatto che Nazira fino ad oggi ha vissuto in condizioni disumane. Grazie al pronto intervento della Polizia Municipale, dopo alcuni avvistamenti, i tre sono stati fermati. Le forze dell’ordine, che erano sul luogo del ritrovamento, hanno detto che il bosniaco, inizialmente, non ha ammesso di essere il padre, ma solo dopo aver mostrato i documenti ha riconosciuto Nezira come sua figlia. Assieme al fratello 19enne, è stata portata in questura dove risponderà ad alcune domande.