Il libro di testo triennale è ancora sigillato. Il flauto e la diamonica praticamente nuovi, finora gli alunni ci avranno soffiato dentro due o tre volte. Alcuni studenti della scuola media Levi di Bari vorrebbero imparare la musica, ma a quanto pare la loro insegnante non sarebbe d’accordo.

Ogni lezione lo stesso spartito: la docente entra in classe e inizia a ingaggiare un duello con i suoi alunni, che in tutta risposta alla minaccia di beccarsi una nota, continuano nel loro baccano. Lavagna didattica col volume a palla, giochi e divertimento, mentre la prof seduta alla cattedra, si limita a sbraitare.

Di insegnare musica non se ne parla proprio. La situazione, inizialmente presa come un prolungamento della ricreazione, sembra stia sfuggendo di mano. Alcuni genitori sono andati a chiedere spiegazioni al dirigente scolastico, a conoscenza dei fatti, ma a suo dire con le mani legate.

Sì, perché trasferire l’insegnante in un’altra classe sposterebbe solo il problema. “In questo caso la riforma della Buona scuola c’entra poco – tuona un genitore – basterebbe che l’insegnante svolgesse al meglio il proprio ruolo”.