A maggio 2016 otto imputati in uno dei processi stralcio sul presunto intreccio tra mafia e politica ad Altamura furono condannati a pene comprese fra 1 e 25 anni di reclusione. I reati contestati a vario titolo erano di associazione mafiosa, omicidio volontario, estorsione, usura, detenzione e porto di armi da guerra con relative munizioni e sostanze esplodenti, simulazione di reato, favoreggiamento personale e frode processuale. Oggi La Corte di Assise di Appello di Bari ha ribaltato la sentenza di primo grado.

Condannato in primo grado a 25 anni, accusato dell’omicidio di Biagio Genco scomparso nel novembre 2006 e il cui corpo non è mai stato ritrovato, è tornato in libertà dopo quattro anni in carcere Giuseppe Bruno. Assolti anche Giuseppe Antonio Colonna, pregiudicato condannato in primo grado a 14 anni di reclusione, Mario Clemente, imprenditore condannato a 6 anni in primo grado, Vincenzo Scalera e Vincenzo Crapuzzi, condannati a 7 anni di reclusione in primo grado. I giudici hanno dunque assolto sei imputati e ridotto da 15 anni a 3 anni e 6 mesi di reclusione la condanna per un episodio di usura inflitta a Mario D’Ambrosio, fratello del defunto boss di Altamura Bartolo. Confermata una condanna a 1 anno per favoreggiamento a un altro imputato.