Casi di epatite A in Europa negli ultimi anni

“In atto c’è una epidemia di epatite A che riguarda maschi che hanno rapporti sessuali con altri maschi. Stiamo valutando la situazione giorno per giorno, l’invito alle persone che ritengono di potere essersi esposte all’infezione è che provvedano a vaccinarsi immediatamente”. Nessun allarme, sia ben chiaro, ma il messaggio lanciato da Maria Chironna, responsabile del laboratorio di epidemiologia molecolare dell’unità operativa di Igiene del Policlinico, punta ad accendere i riflettori su un tema delicato e di estrema attualità.

L’epatite A, infatti, è una malattia infettiva acuta del fegato causata da un virus. Il tempo che intercorre tra l’infezione e il manifestarsi dei sintomi è tra le due e le sei settimane. I sintomi più frequenti sono nausea, vomito, diarrea, ittero, urine scure, febbre e dolore addominale. Per quanto l’epatite A presenti un andamento in generale benigno e i casi gravi siano rari, il suo decorso nell’adulto è spesso prolungato, anche per mesi, e debilitante.

“L’epidemia è partita a fine 2016 in Europa – spiega la Chironna – adesso è arrivata anche in Italia. Abbiamo molti casi, in particolare, nelle aree metropolitane di Roma, Milano e Napoli”. La certezza che si tratti di una epidemia deriva dal fatto che i ceppi sono tutti uguali e quindi sono tutti riconducibili a uno stesso focolaio.

Recentemente ci sono state le prime segnalazioni anche in Puglia: “Nella nostra regione attualmente abbiamo 15 casi di epatite A – spiega la responsabile del laboratorio di epidemiologia – di questi, 8 sono sicuramente dello stesso ceppo e quindi riconducibili al focolaio internazionale. Il numero, però, è in continuo aumento. Si tratta di giovani adulti, dai 18 ai 30-40 anni, che hanno avuto rapporti con altri maschi”.

“Non c’è nessun allarme – sottolinea la Chironna – ma bisogna far arrivare questo messaggio soprattutto a quei soggetti e a quelle comunità che, per reticenza o altre ragioni, non dichiarano i loro comportamenti sessuali”. Sono infatti tanti i ragazzi che hanno un’attività sessuale promiscua: “A volte usano internet per rapporti con gente di cui non conoscono nemmeno il nome e poi sono difficili da rintracciare”.