Stretta della Polizia sulle sale giochi. Gli agenti, con una maxi operazione denominata “Reset” che ha coinvolto non solo Bari, ma anche le città di Napoli e Palermo, hanno chiuso 12 centri scommesse ubicate nei pressi di alcune scuole frequentate da minorenni.

Circa 104 gli esercizi commerciali controllati: fra questi punti di ricarica, sale giochi, sale scommesse e associazioni culturali. 24 le persone denunciate, responsabili di esercizio abusivo di attività di gioco e ricettazione, contestate 59 sanzioni amministrative, che hanno anche riguardato il mancato rispetto delle regole di sicurezza sul lavoro. Sono stati, inoltre, sequestrati 21.380 euro in contanti e, soprattutto, preziosi documenti contabili utili per ricostruire i flussi illeciti di denaro. Si tratta di una vera e propria contabilità, parallela a quella legale, riportata sia in tradizionali “libri mastri” in cui venivano indicati nomi, cifre e conti correnti, anche stranieri, sia in sofisticati software di gestione contabile.

A Bari, in particolare, i poliziotti hanno notato entrare alcuni minorenni in sale scommesse strategicamente ubicate nei pressi di alcune scuole. Queste sale, immediatamente controllate, sono risultate abusive e, pertanto, sanzionate. Il fenomeno dei minori che scommettono è oggetto di particolare attenzione da parte della Polizia di Stato che, periodicamente, effettua mirate azioni preventive e di contrasto.

In città controllate 4 agenzie di scommesse in zona centrale, nei quartieri Poggiofranco, San Pasquale e Libertà, trentacinque le agenzie e sale gioco controllate in provincia. Denunciate in stato di libertà 7 persone, gli agenti hanno eseguito  6 sequestri penali e 1 amministrativo. I titolati di ben 9 esercizi hanno ricevuto una sanzione amministrativa.

Un giro di affari, quello che ruota attorno al mondo dei giochi e delle scommesse, che ha raccolto nel 2016 oltre 90 miliardi di euro e che ha, ovviamente, attirato anche l’interesse delle organizzazioni criminali italiane e straniere, anche di tipo mafioso. Da diversi anni, infatti, le mafie tradizionali stanno “rilevando” punti scommesse, alterando anche la libera concorrenza nel settore, acquisendo il controllo di attività commerciali o, addirittura, investendo direttamente ingenti capitali nella gestione di centri trasmissione dati, avvalendosi anche di bookmakers stranieri e di una vasta rete di insospettabili prestanome, per intestare le attività imprenditoriali.