Nei colpi ben organizzati come quelli messi a segno dalla banda sgominata nelle scorse ore dai Carabinieri, un ruolo fondamentale è giocato dai basisti. Spesso si tratta di gente con problemi economici, che lavora all’interno delle aziende di trasporto da dove si muovono i camion carichi di merce da andare a consegnare. Antonio – nome di fantasia – in passato è stato coinvolto in una storia simile a quella raccontata ieri.

È uscito dal giro, ma ha attraversato un momento particolarmente drammatico, finito anche lui agli arresti per aver passato informazioni alla banda. Fino a quel momento non aveva mai avuto problemi con la giustizia, era incensurato. “Lavoravo in una società di trasporti – spiega l’ex basista -. Uno dei componenti del commando beccato in quella occasione era un mio amico e sapeva dei problemi economici che stavo attraversando”.

Non è tutto. “Ciò che l’amico sapeva – continua – era sopratutto il mio problema con la droga, la cocaina. Ero entrato in un vortice, dal quale grazie a Dio sono venuto fuori”. I banditi hanno approfittato della debolezza di Antonio. “Avevo un disperato bisogno di soldi – racconta Antonio -, per questo sono sceso a patti. Mi pagavano per passare qualche informazione sullo spostamento dei mezzi cosiddetti più interessanti, perché carichi di merce che poteva essere smerciata facilmente. In quel modo potevo comprare la coca”.

Per quelle tre, forse quattro informazioni, Antonio ha dovuto affrontare l’arresto, il processo, ma soprattutto l’onta del crimine e la solitudine. “Perdere la mia famiglia è stato il colpo più duro – continua amareggiato – pian piano sto recuperando il rapporto con mio figlio, la cosa alla quale tengo maggiormente, insieme alla possibilità di rimettermi in gioco attraverso il lavoro, che non riesco ancora a trovare. Non fossi caduto nella trappola della droga, non avrei mai tradito la fiducia dell’azienda. Purtroppo indietro non si torna, non posso far altro che convivere con questo fardello, sperando di riuscire prima o poi a lasciarmelo alle spalle”.