A leggere la mail che pubblichiamo integralmente, pare proprio che gli episodi come quello denunciato ieri ai vertici dello stabilimento Boschi di Bari siano molteplici e si susseguano ormai da diversi mesi. L’insetto che ha fatto traboccare gli stomaci dei dipendenti non è identificato, almeno fino alle analisi, per l’esecuzione delle quali non sono mancate polemiche e mal di pancia.

Al centro della contestazione le migliaia di pasti serviti alla mensa Bosch dal colosso barese della ristorazione Ladisa. Su un cartello affisso dalla Uilm e indirizzato a collaboratori e dipendenti, viene chiesto espressamente di astenersi dal consumare pasti presso la mensa Bosch, in attesa che l’azienda prenda celeri ed efficaci provvedimenti nei confronti del fornitore contestato.

LA CONTESTAZIONE DEL SINDACATOCome già segnalato in altre occasioni e per altri motivi, anche oggi due lavoratori ci hanno segnalato come da foto allegate presenza di animali non identificati nei piatti che venivano serviti a mensa e dei soliti vassoi sporchi. Io ed il collega RSU abbiamo contattato il dirigente responsabile della sicurezza, ed in presenza del coordinatore della mensa Ladisa, abbiamo chiesto di inserire in una busta sterile l’animale per farlo analizzare dal nostro laboratorio analisi codificato.

Il coordinatore della mensa Ladisa si rifiutava di consegnarci l’animale ed alla nostra domanda al dirigente, per capire se fosse possibile farlo analizzare dai nostri fornitori, rispondeva che si fidava dell’analisi che il coordinatore della mensa prometteva di fare presso il laboratorio a cui il fornitore Ladisa si affida in questi casi.

Ormai da numerosi mesi le lamentele e le segnalazioni dei lavoratori ci costringono a ufficializzare gli innumerevoli ed incresciosi episodi di cui giornalmente il fornitore Ladisa è protagonista. Chiediamo alla Bosch di prendere immediatamente provvedimenti celeri ed efficaci al fine di poter tutelare la salute di migliaia di lavoratori che giornalmente usufruiscono del servizio mensa.