Come già reso noto agli organi di stampa, il 13 gennaio 2017 i Carabinieri della Stazione di Noci hanno notificato a Renato Zolfino, 32enne napoletano, un’ulteriore ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Bari, Dott. Roberto Oliveri del Castillo, su richiesta del P.M. Dott. Giuseppe Dentamaro. L’uomo è stato ritenuto responsabile di un’estorsione consumata ai danni di un’anziana donna di Noci.
La prima svolta alle indagini si era avuta già nel mese di ottobre scorso, a Bari, quartiere San Paolo, quando i Carabinieri avevano arrestato in flagranza di reato Zolfino, specialista in truffe agli anziani. L’uomo si era appena appropriato di tutti gli averi di una pensionata, sola e indifesa, alla quale aveva raccontato di essere un “avvocato dei Carabinieri” giunto per riscuotere denaro utile ad evitare l’arresto del figlio.
Questa attività aveva permesso ai militari di fare luce su analoghi fatti verificatisi nello stesso periodo nell’hinterland barese. È proprio in tale contesto che i Carabinieri di Noci sono riusciti a smascherare il napoletano in relazione a un secondo grave episodio.
I fatti risalgono sempre allo scorso mese di ottobre, quando a cadere nella trappola era stata una pensionata di Noci. Anche in tale circostanza la tecnica usata è stata la stessa: “Pronto signora! Siamo i Carabinieri”, esordisce Zolfino. “Suo figlio – prosegue – è stato appena coinvolto in un grave incidente stradale. Per non farlo arrestare, apra la porta ad un collega e dia a lui 5000 euro ed i gioielli che ha. Così tutto si risolverà e suo figlio tornerà tranquillamente a casa”.
L’anziana donna di Noci quindi non ha potuto far altro che consegnare una somma di denaro di 1000 euro e svariati oggetti in oro. Solo dopo la fuga dell’uomo con il bottino, la vittima si è reso conto del raggiro in cui era incappata. L’indagine ha permesso di raccogliere elementi nei confronti del napoletano, già gravato da precedenti penali tali da ritenerlo, unitamente ad altri complici in via di identificazione, l’autore del reato.
Ma questa volta, considerate le modalità di commissione del fatto, è stata contestata l’ipotesi di reato ben più grave dell’estorsione e pertanto è stato rintracciato presso la sua abitazione di Napoli e condotto al carcere di Poggioreale; il male prospettato (l’arresto del figlio) era certo e realizzabile e quindi poneva la persona offesa nella ineluttabile alternativa di subire il male minacciato o far conseguire al malvivente il preteso profitto.
Oltre alla nota campagna informativa svolta dai Carabinieri del Comando Provinciale di Bari, finalizzata a sensibilizzare le vittime di questo odioso tipo di reato a chiamare il 112 in caso di dubbio e a non dare credito a chiunque si qualifichi quale appartenente alle Forze dell’Ordine, chiedendo, per qualsiasi motivo, denaro o preziosi, questa volta vi è l’iniziativa della Procura della Repubblica di Bari, la quale ha disposto di inviare le fotografie ritraenti l’indagato presso i principali quotidiani nazionali e locali, affinché siano pubblicate per consentirne l’eventuale riconoscimento da parte di eventuali ulteriori vittime di analoghi reati.
