“A tutti gli alunni che hanno la … per i prossimi 15-20 giorni sarà assente. Regalo”. È il messaggio postato ieri su Facebook dallo studente che ha fatto cadere giù dalle scale dell’istituto Perotti di Bari una professoressa, colpendola con un calcio ad un braccio. Sulla dinamica di quanto successo e sui precendenti dell’aggressore emergono paticolari preoccupanti.

L’insegnanate si era allontanata dalla classe per questioni didattiche, lasciata sotto la sorvegianza di un educatore. Iniziata la discesa delle scale si è però accorta che lo studente che poi l’avrebbe aggredita era seduto accanto alla collaboratrice scolastica nel corridoio. Diceva di non stare bene, ma in classe non si era neppure fatto vedere al momento dell’appello.

Quando la docente gli ha detto di essere costretta a segnalarlo come assente, lui ha perso la brocca e le ha lanciato contro il cellulare. A quel punto il ragazzo è schizzato dalla sedia, secondo l’idea della docente per andare a recuperale il telefono. Evidentemente l’obiettivo del giovane era lei. La collaboratrice scolastica è riuscita a bloccargli le braccia appena in tempo, ma non ha potuto far nulla per evitare che partisse il calcio. La professoressa, già sul secondo gradino della rampa, ha finito la sua discesa strisciando col corpo in avanti, per fortuna senza battere la testa o avere conseguenze peggiori.

Purtroppo mentre scriviamo la docente è dovuta ritornare al pronto soccorso per l’acutizzarsi dei dolori. Nessuno vuole parlare. Abbiamo provato, senza riuscirci, ad avere una dichiarazione da Rosangela Colucci, preside dell’istituto scolastico. Restiamo in ogni caso a sua disposizione. Avremmo voluto sapere sapere perché nei confronti del ragazzo non sia mai stato preso un provvedimento esemplare come la bocciatura, chiesta formalmente l’anno scorso dal consiglio di classe, in seguito ad un’altra aggressione ai danni di un’insegnante che alla fine ha preferito lasciare quella scuola. Veniamo a sapere che i docenti andati via dal Perotti per incompatibilità ambientale sono stati diversi.

Avremmo voluto sapere dalla preside perché fu proprio lei a spingere per la promozione nonostante fossero già noti altri episodi paricolarmente gravi di cui lo stesso studente si era reso protagonista. Questa volta la scuola non potrà esimersi dal prendere la decisione di denunciare formalmente l’aggressione, alla faccia del buon nome dell’istituto e della solita paura di perdere iscrizioni che attanaglia un po’ tutti i dirigenti. In caso contrario, da fonti vicine all’insegnante abbiamo saputo che sarà lei stessa a denunciare il fatto alle autorità competenti.