La sera del 31 ottobre scorso il pregiudicato Luigi Luisi venne raggiunto da numerosi colpi di arma da fuoco in via Dante, al quartiere Libertà, in quello che venne chiamata la sparatoria di Halloween. Luisi morì il successivo 14 novembre. Oggi la Polizia di Stato ha dato esecuzione al fermo di indiziato di delitto, disposto dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica del Tribunale di Bari, nei confronti di 5 persone, tutte con precedenti di polizia, ritenute responsabili, a vario titolo, di omicidio premeditato, porto abusivo di armi da fuoco in concorso ed evasione. Il provvedimento è stato poi sostituito dall’applicazione della misura della custodia cautelare in carcere, emessa dal GIP del Tribunale di Bari in sede di convalida.

Si tratta di Domenico Remini cl. ‘87, Gaetano Remini, cl. ‘98, Donato Saredella, cl. ‘96, Maurizio Saredella, cl. ‘70 e Cristian Cucumazzo, cl. ’94. Secondo gli elementi di responsabilità sinora raccolti, gli autori dell’agguato sarebbero Gaetano Remini e Donato Sardella: i due, armati di pistola, fecero fuoco all’indirizzo di Luisi, che in quel momento era fermo nella propria auto ad un semaforo in via Dante, angolo via Fieramosca, per poi dileguarsi velocemente a bordo di uno scooter.

Nella circostanza, seguendo le direttive di Domenico Rimini, gli esecutori materiali si sarebbero avvalsi di Maurizio Sardella, padre di Donato, che aveva avuto il compito di osservare i movimenti della vittima e di avvisarli nel momento “più favorevole”. Il movente sarebbe verosimilmente riconducibile ad un’animata discussione avvenuta tra Luisi e Domenico Remini, per il presunto coinvolgimento di quest’ultimo nell’agguato del 30 aprile 2015 in cui perse la vita Antonio Luisi, figlio di Luigi.

Le indagini, condotte dalla Sezione Criminalità Organizzata della Squadra Mobile, supportate da attività tecniche, dalle dichiarazioni di un collaboratore di giustizia e da numerose audizioni testimoniali, hanno anche fatto ritenere la vicinanza degli arrestati al clan mafioso denominato “Strisciuglio”. Come evidenziato da riscontri effettuati nel corso delle investigazioni, nonché dall’acquisizione di elementi di responsabilità in relazione a alcuni episodi delittuosi, è stata documentata la conclamata pericolosità del sodalizio criminale, essendo state anche sequestrate alcune pistole e numerosi proiettili, nella loro disponibilità.