Non fatevi confondere dal bellissimo sorriso di Roberta. Da tre anni è costretta su una sedia a rotelle. La notte, poi, dorme su una di quelle poltrone reclinabili elettricamente, perché ha bisogno di cambiare continuamente posizione. Il guaio vero è che la sua vita e quella di tutta la famiglia: mamma, sorella e papà, è limitata da una sfibrante battaglia con l’Enel.

Giuseppe Sardella abita a Monopoli. Dopo essere stato costretto a portare Roberta al pronto soccorso per un malore al quale non ha potuto far fronte della scarsa fornitura di energia elettrica, s’è deciso a querelare l’Enel. L’abbasamento di tensione disposto per la fornitura dell’energia elettrica nell’abitazione dei Sardella, che la ditta ha addirittura tentato di staccare il 27, 28 e 29 dicembre scorsi, risale a un contenzioso per l’erogazione di energia in un locale commerciale a poca distanza dalla residenza della famiglia.

Un’operazione giudicata illegittima, perché sulla faccenda è intervenuta l’Autorità Garante del Gas e dell’Energia e quindi dovrebbe restare tutto congelato fino a quando l’ente non si sarà espresso. Sì, proprio così, siccome Giuseppe Sardella non ha mai ricevuto risposte dall’Enel, nemmeno a raccomandate e pec, si è rivolto al Garante, che ha preso in carico la sua posizione. In realtà l’unica cosa che l’Enel ha tentato di fare, è stata quella di addebitare i costi del locale sulla bolletta domestica, ma giuseppe ha stornato e pagato i soli 64 euro dovuti. Ad eccezione della cifra contestata, i Sardella non hanno altri sospesi.

Tutto nasce da una bolletta di 5.375 euro, di cui l’Enel pretende il pagamento dal signor Sardella. Consumi non pagati del locale di cui l’uomo non era unico proprietario al momento della contestazione e per di più c’è stato di mezzo un inquilino per circa 15 anni. Facendo i lavori di ristrutturazione di quell’immobile, Sardella si accorge che il contatore ha bisogno di un controllo. Chiama l’azienda e i tecnici lo sostituiscono, consigliandogli di sporgere una denuncia ai Carabinieri. C’era qualcosa che non andava. Dopo sei mesi arriva la bolletta, inviata a Sardella perché il contatore si trovava nella sua porzione di locale, di cui era proprietario per metà.

Da quel momento parte una battaglia legale, arrivata alla querela, con la voglia di andare fino in fondo. “Voglio un incontro – tuona l’utente – e il ripristino della fornitura di energia elettrica fino a quando il Garante non si sarà espresso”. Speriamo che l’Enel ascolti il grido di Giuseppe, Roberta e tutta la famiglia Sardella, nel rispetto di quanto prevede la vigente normativa. Intanto, i Sardella sono cotretti a emigrare tutti i giorni da parenti e amici, perché non possono contemporaneamente utilizzare una lavatrice, la poltrona di Roberta,  un asciugacapelli o un forno a microonde.