In relazione alla situazione di disagio vissuta da Vincenzo e dalla sua famiglia, è intervenuto anche il sindaco di Acquaviva delle Fonti, Davide Carlucci. Pubblichiamo integralmente.

Le condizioni della famiglia Capurso sono purtroppo note a me e agli uffici del Comune. Sono gravi, ma non sono molto diverse da quelle di altre famiglie alle quali nel corso del 2016, l’Amministrazione Comunale, ha assegnato 23 alloggi popolari.

L’assegnazione delle abitazioni di edilizia pubblica avviene attraverso graduatoria e purtroppo il signor Capurso, pur essendo in posizione utile per l’assegnazione, non ha i requisiti per poter accedere in quanto i componenti della sua famiglia sono superiori al numero di inquilini che, in base alla legge, possono essere ospitati. Gli alloggi, infatti, sono stati realizzati in funzione delle esigenze di giovani coppie, anziani e disabili.

Non volendo far torto, attraverso una deroga, ad altri cittadini presenti in graduatoria che vantano lo stesso suo diritto a un’abitazione dignitosa e confortevole, abbiamo suggerito più volte al signor Capurso di trovarsi autonomamente una casa. In prima battuta al pagamento del relativo affitto provvederemmo noi, avendo istituito – e siamo tra i pochi Comuni ad averlo fatto – un “fondo per l’emergenza abitativa” al quale Capurso potrebbe accedere qualora avesse un regolare contratto con un proprietario.

Faccio appello ai cittadini di Acquaviva perché mettano a disposizione un’abitazione decente al signor Capurso, assicurando fin d’ora il sostegno del Comune almeno per le prime mensilità, come previsto dal regolamento comunale. Faccio appello anche alle aziende del territorio perché diano un’occupazione stabile al signor Capurso, il quale non si sottrae mai agli incarichi anche gravosi che gli vengono assegnati.

Nel frattempo, il nucleo non è affatto abbandonato a se stesso. E’ assistito dai Servizi sociali e anche dalla Caritas cittadina. Proprio oggi, per esempio, il Comune ha dato al signor Capurso la possibilità di poter lavorare per l’ente nelle operazioni di sgombero della neve. Il cittadino è stato anche inserito in altri progetti come quello di utilità sociale attivato a dicembre con la Parrocchia Sacro Cuore.

Per quanto riguarda la delicata situazione del neonato, è stata mia premura accertarmi sin dall’inizio delle sue condizioni. Il piccolo non può e non deve vivere in quella abitazione. Poiché la madre può contare su un’abitazione migliore messa a disposizione da altri parenti in un altro Comune, il bambino deve stare con lei. Da qualche settimana, tuttavia, i genitori del neonato hanno deciso di tornare a risiedere ad Acquaviva nella casa del nonno, cosa che noi sconsigliamo vivamente. Tuttavia, oggi stesso, alle 10, abbiamo effettuato un sopralluogo con i vigili e con i volontari della Croce Rossa e ci siamo resi conto che il neonato non è presente lì. Gli stessi nonni ci danno rassicurazioni in tal senso.

Qualora verificassimo la sua presenza in quell’abitazione poco idonea, attiveremmo immediatamente il Tribunale dei Minorenni. Intanto stiamo già attivando indagini per capire dove e in quali condizioni si trovi il bambino. Nel contempo, stiamo verificando i rischi per l’incolumità personale denunciati da Capurso riguardo alla presenza di condutture elettriche non a norma e fradicie a causa dell’umidità e del gelo e riguardo al rischio di caduta di pezzi di intonaco dal soffitto.

Insomma, la situazione è delicata e complessa, ma la stiamo seguendo, cercando di tutelare, da una parte il minorenne e la famiglia Capurso e, dall’altra, il diritto di tutti i cittadini acquavivesi.