Qualcuno dimentica le finestre aperte e la scuola viene invasa dai piccioni. I volatili hanno imbrattato di guano e sangue alcuni corridoi e classi dell’Istituto comprensivo Giovanni XXIII in via Bachelet, ad Adelfia.

Causa il lungo ponte, la scuola è stata chiusa per quattro giorni: non è possibile sapere quando i volatili sono entrati né per quanto tempo sono rimasti nell’istituto. Ma alcune maestre avrebbero confidato che la situazione “era indescrivibile con cacca e sangue dappertutto”.

Del fatto, purtroppo, i genitori sono stati informati solo dopo le 10, nonostante il problema fosse subito evidente e a nulla era servita la frettolosa pulizia effettuata al momento della brutta scoperta. Ancor più grave è che alle 8.10, momento in cui le mamme accompagnano i propri figli all’asilo, una parte delle maestre e del personale Ata presente, non abbiano sentito il dovere di informare immediatamente i genitori. Mamme e papà sono dovuti correre, sgomenti, intorno alle 10.30 per ritirare i propri figli da scuola allertati dai rappresentanti d’istituto. Cosa evidentemente complicata per quanti non sapendo dell’accaduto, sono poi andati a lavorare.

“Abbiamo agito tempestivamente – spiega il preside Nicola Giovanni Errico – informando l’amministrazione comunale, e disponendo la chiusura della scuola per provvedere alla disinfestazione”.

Di diverso parere l’assessore comunale competente, Biagio Cistulli, che è su tutte le furie: “Dalla scuola non abbiamo ricevuto nessuna comunicazione ufficiale, sono stato interpellato da un genitore e mi sono precipitato a scuola per sincerarmi delle condizioni. Il personale scolastico aveva ripulito sommariamente e, pertanto, abbiamo disposto la chiusura del plesso per tre giorni”. La dichiarazione dell’assessore avvalora la sensazione che l’emergenza sia stata gestita nel peggiore dei modi, probabilmente sperando di farla passare inosservata.

Mamme e papà sono sul piede di guerra anche perché al suono della campanella nessuno li aveva informati prendendo, in questo caso si tempestivamente, la decisione di mandare tutti a casa. Ciò che rammarica di questa storia non è la dimenticanza, probabilmente di qualcuno del personale scolastico, che ha consentito l’ingresso dei piccioni, ma la gestione tardiva dell’emergenza, calcolando che alle 10.40 era ancora in discussione la sospensione della refezione scolastica.

Alcuni insegnanti hanno provveduto, a titolo personale, alla pulizia dei giochi ma, a detta degli esperti, questo non è sufficiente a garantire l’incolumità dei bambini, dalle maestre e dei familiari che con loro vengono in contatto. Da che mondo e mondo, i piccoli che frequentano l’asilo hanno l’abitudine di mettere in bocca i giochi e le mani sui pavimenti imbrattati dal guano e, in questo caso, puliti come se per terra fosse caduto un vasetto di marmellata.

Verificata la mancata tempestiva gestione del problema, i genitori dei bambini che frequentano l’asilo confidano quantomeno in una disinfestazione accurata per scongiurare ogni pericolo. Ma, a leggere le dichiarazioni di preside e assessore, evidentemente qualcuno non dice il vero. In ogni caso a correre i rischi maggiori sono stati i bambini.