Una lettera inviata in Prefettura ma non letta perché il formato non è idoneo. È successo davvero: nell’era di internet, della tecnologia, dei computer ultraveloci alcune istituzioni si arrendono davanti a un file che, banalmente, “non si apre”.

Parliamo della lettera inviata al Prefetto di Bari, Carmela Pagano, da Chiara Stella Barba, imprenditrice che, insieme al compagno, si occupa di noleggio e gestione sale slot.

Migliaia le letture, decine i commenti: quelle righe di sfogo hanno fatto il giro della rete e le hanno lette un po’ tutti, tranne il vero destinatario. Per fortuna, proprio grazie alla risonanza social di quella lettera, la Prefettura ha potuto quantomeno ritrovarla e chiedere il rinvio.

Nel suo sfogo, Chiara denunciava la situazione impossibile in cui vivono ormai lei e il suo compagno: estorsioni, furti, aggressioni quasi se fosse una cosa normale. Nella loro storia si può leggere quella di centinaia di imprenditori e negozianti sparsi in tutta la provincia.

Adesso la giovane imprenditrice ha inviato nuovamente la lettera, questa volta in un formato consono alla tecnologia, della Prefettura barese. Sarà letta? restiamo fiduciosi. Chiara è stanca ed esasperata: vuole risposte così come i titolari del bar Nouveau, del bar Pelè, della farmacia dell’Annunziatadella gioielleria di via Cavallotti e di tanti altri piccoli imprenditori.