Una piccola villa in una strada privata, tre piani, finestre sbarrate, giardino pieno di erbacce e i sigilli della polizia un po’ ovunque. La casa dove ieri sera è stato ritrovato il corpo della 71enne Rosa Maria Radicci, questa mattina, pare semi abbandonata.

Anche il lungomare è praticamente deserto. Le uniche persone che incontriamo sono due vicine di casa che stanno per andare proprio in Questura: “Ieri sera non abbiamo sentito nulla, eppure eravamo tutti nel salone a giocare a carte proprio sul lato che dà sulla villa”.

Le donne conoscevano la povera Rosa: “Viveva da sola ma era completamente autosufficiente. Una signora distinta che si truccava molto, infatti pensavamo avesse meno di 70 anni”. Ma era anche molto riservata, con lei avevano pochissimi rapporti: “La incontravamo la mattina presto per buttare la spazzatura e poi basta. Ogni tanto uno dei figli le portava la spesa perché lei non usciva mai”.

Le vicine non si spiegano quello che pare ormai un omicidio: “Secondo noi aveva problemi economici –  confidano – non crediamo ci fosse qualcosa di prezioso in casa. In zona ci sono ville molto più belle e grandi. Quando abbiamo saputo siamo morte di paura”.

Sul fronte delle indagini, intanto, emergono altri piccoli particolari, si tratta delle lesioni e contusioni, rilevate dagli investigatori, che farebbero pensare ad una colluttazione. Un primo esame sul cadavere fa pensare che l’anziana potrebbe aver cercato di difendersi. Non si esclude, comunque, che le lesioni siano dovute al tentativo della donna di liberarsi dalla busta di plastica ritrovatale sulla testa, come pure il sangue trovato sulle mani potrebbe provenire dalle ferite al collo.

La “parola” passa all’autopsia. La speranza è che possa aiutare a capire cosa sia successo e, magari, anche a ritrovare elementi utili a identificare l’assassino. L’ipotesi di una rapina finita male non è infatti stata scartata.