L’episodio è successo lo scorso fine settimana in un Punto di primo intervento della Asl di Bari. Il turno è quello di dodici ore, dalle 20 del sabato sera alle 8 della domenica mattina. L’infermiere, però, a fine servizio non è arrivato, perché alle 4 della notte il medico di turno ha chiamato il reperibile affinché andasse a sostituire il collega. Non si sa se l’uomo, chiamato a sua volta per una sostituzione da un paese parecchio distante dal luogo di lavoro, fosse ubriaco, sotto l’effetto di qualche droga o medicinale.

La cosa certa e refertata era l’incapacità a svolgere le mansioni. Non era lucido. Il suo stato, evidentemente alterato, non gli consentiva neppure di fare una suturazione di routine, men che meno di dare manforte al medico al momento dell’arrivo di un bambino in prede ad un edema della glottide. Fin quando è stato possibile. in assenza di chiamate dalla Centrale operativa, a dare una mano ci ha pensato il personale dell’equipaggio del 118.

Anche il medico alla fine del turno massacrante è stato costretto a farsi refertare, relazionando sull’accaduto. Il fatto è gravissimo e solleva ancora una volta la questione relativa alla copertura dei turni nelle postazioni e nei punti di primo intervento del 118 Barese. Se non si abusa degli straordinari la ciambella sembra proprio non poter riuscire col buco. In molti casi i turni restano scoperti. In altri, come quest’ultimo di cui vi abbiamo raccontato, viene chiamato in sostituzione un infermiere lontano decine di chilometri dal posto di lavoro, come se non ci fossero colleghi abili e disponibili nella zona. Il problema sta assumento dimensioni preoccupanti, seppure nessuno poteva sospettare dello stato alterato dell’infermiere chiamato a coprire il turno. Gli operatori adesso sperano che la Asl intervenga prontamente per ripristinare una normale gestione dei turni di servizio.