“Quando la mano del rapinatore armato ha iniziato a tremare, ho avuto anch’io paura potesse iniziare a sparare all’improvviso”. Vincenzo de Chirico è costretto da uno dei tre malviventi che questa mattina hanno assaltato l’ufficio postale di Adelfia Canneto, a entrare nel locale sotto la minaccia della pistola.

“Evidentemente non volevano rimanessimo fuori – continua – perché temevano potessimo allertare i carabinieri”. All’inizio Vincenzo prova a opporre resitenza, ma poi le minacce si fanno più pesanti, con la pistola premuta sulla schiena. A quel punto decide di obbedire, insieme all’amico che accompagna.

All’interno altri due uomini incappucciati – mentre un quarto aspetta fuori, al volante di una Fiat Panda di colore nero – imprecano, bestemmiando in dialetto barese, perché nelle casse non ci sono soldi. Sono giovani. La situazione si fa tesa. La direttrice dell’ufficio ha un malore, così come altre due persone all’interno al momento dell’irruzione a mano armata.

I soldi non ci sono. “I malviventi hanno buttato all’aria le casse, continuavano a dire parolace, mentre tenevo per mano una ragazza che non stava bene”. Un paio di minuti in tutto, forse meno, poi la fuga. I tre si precipitano al di là della ringhiera e scappano. Subito un elicottero della Polizia si alza in volo, ma finora dei quattro si sono perse le tracce. “Non è la prima volta che rapinano questo ufficio – conclude Vincenzo – sarebbe giusto durante il periodo del pagamento delle pensioni far presidiare la struttura da guardie armate. Finora è andata sempre bene, ma quando poi succederà qualcosa?”.