I membri della commissione esaminatrice avrebbero chiuso un occhio pur di assegnare alla “Misericordia di Corato” la postazione del 118 di Ruvo di Puglia, già gestita dalla stessa associazione prima che fosse indetta la gara. La Procura di Bari ha chiuso le indagini su una presunta truffa da oltre 400mila euro. Sono cinque le persone nel mirino del pm Antonino Lupo. Si tratta del presidente della Commissione e coordinatore del 118 barese Marco De Giosa (che a luglio scorso aveva annunciato ai nostri microfoni la volontà di dimettersi); gli altri tre componenti della Commissione: Domenico Lagravinese, responsabile del Dipartimento di prevenzione della Asl di Bari e poi Pierpaolo Carella e Raffaele Magrone, oltre al presidente e legale rappresentate dell’associazione di volontariato, Sabino Olivieri.

I reati contestati sono concorso in abuso d’ufficio, falso materiale e ideologico, turbativa d’asta e truffa aggravata ai danni della Asl di Bari e della Regione Puglia. I fatti contestati si riferiscono ai due anni compresi tra agosto 2011 e agosto 2013. A far scattare gli accertamenti era stata la denuncia presentata da Fedele Tarantini, presidente della Pubblica Assistenza Sercorato, una delle associazioni che non riuscirono ad aggiudicarsi la postazione 118 di Ruvo.

In sostanza, nell’agosto del 2011, la Commissione presieduta dal dottor Marco De Giosa, avrebbe assegnato la gestione del servizio, attestando falsamente che possedeva i requisiti previsti dal bando “pur avendone accertato l’effettiva insussistenza”, è scritto nei capi d’imputazione.

La Misericordia di Corato avrebbe ottenuto la postazione senza avere le due ambulanze previste dalla convenzione regionale numero 1479: una principale e una secondaria, immatricolate rispettivamente non oltre 5 e 8 anni dalla partecipazione al bando e con le autorizzazioni per il trasporto infermi e malati. Non tutto il personale, inoltre, avrebbe avuto l’attestato per l’esecuzione della rianimazione cardio pomonare (il bls-d)

Con il loro atteggiamento gli indagati avrebbero causato un danno di circa 400mila euro alla Asl e alla Regione Puglia (si tratta di tutti i pagamenti effettuati mensilmente – da marzo 2012 ad agosto 2013 – per la gestione del servizio).

Dopo le nostre inchieste, le nostre denunce e quelle presentate negli ultimi mesi da presidenti di associazioni, medici, e infermieri, finalmente la Procura ha deciso di vederci chiaro. Gli inquirenti stanno passando al setaccio gran parte delle ambulanze in servizio nelle postazioni del 118 a Bari e in provincia. Siamo certi che è solo l’inizio di un’indagime molto complessa. Noi stessi nel corso di questi mesi abbiamo documentato con le immagini come molte delle ambulanze impiegate, comprese quelle gestite direttamente dalla Asl di Bari, non rispettino le norme previste dalla Legge e non siano dotate di tutte le attrezzature necessarie al soccorso.

IL RETROSCENA DI FEDELE TARANTINI

A far scattare le indagini fu la denuncia del presidente del Sercorato, Fedele Tarantini. “Prima della gara del 4 agosto – spiega Tarantini – la Misericordia già gestiva la postazione 118 di Ruvo. Lo faceva già allora senza avere due ambulanze ed eravamo spesso noi, scoprendo l’area di Corato, ad andare in soccorso della Misericordia quando l’unica loro ambulanza era in panne. Lo sapevano tutti”. Tarantini, alla luce di questo retroscena era certo di aggiudicarsi la gara, poi vinta dalla Misericordia. “Prima della gara – continua Trantini – avevamo acquistato tre ambulanze nuove per un totale di 250mila euro. Volevamo avere tutte le carte in regola”. L’amarezza per quanto successo è ancora tanta. “In altre Regioni come la Lombardia e l’Abruzzo chi ha sbagliato è andato in galera – tuona il presidente del Sercorato – qui da noi, invece continua a girare tutto nella stessa maniera. Se indagheranno fino in fondo vi assicuro che di sorprese ne troveranno tante. A farne le spese, ricordiamocelo, in questi cosi sono sempre i cittadini”.