Oggetto: Comunità Islamica in Italia.

 Scrive il Vice Presidente della Comunità Islamica in Puglia, l’ingegner Sharif Lorenzini, a nome della Comunità Islamica in Italia, per rappresentare quanto segue.

Ieri sera tornando dal lavoro, mio figlio di sette anni è venuto di corsa incontro a me per dirmi: “papà, in TV dicono bugie sui Musulmani: dicono che nelle moschee preparano le bombe… E la nonna mi dice di non andare più in moschea perchè è pericoloso!!!”. Le frasi ascoltate da mio figlio si riferivano alle dichiarazioni rilasciate dai rappresentanti della Procura della Repubblica di Bari e dai carabinieri del ROS (di Bari) nel corso della conferenza stampa indetta sugli arresti effettuati nei confronti di sedicenti “esponenti” di una “cellula terroristica di matrice islamica”, il cui ipotetico “capo” sarebbe “l’ex Imam di Andria”.

Le dichiarazioni dei media (che hanno preso spunto da quanto detto da rappresentanti istituzionali in materia giuridica!!!), hanno agghiacciato e fatto rabbrividire un bambino in tenera età che vive serenamente la sua fede religiosa e non immagina minimamente che la società intorno a sè, (quella della bella Italia), gli possa riservare subdoli e insidiosi tentativi di “terrorismo psicologico”. Tentativi che lo costringono a sentirsi diverso, discriminato e obbligato continuamente a giustificare la sua condotta morale e religiosa, “semplicemente” perché diversa. E’ davvero traumatico per un bimbo di sette anni sentirsi gli occhi addosso dei suoi compagni di classe o peggio ancora dei loro genitori che spesso diventano vittime di assurde propagande (volontarie o involontarie) volte a equiparare un cittadino di fede islamica a un potenziale “terrorista”, “eversivo”, o per lo meno (traendo spunto dalle dichiarazioni fatte dai carabinieri del ROS di Bari) a un “arrabbiato sociale” che avrebbe pieno il cuore di “odio” verso l’Italia, o verso altri Stati come USA o Israele.

 È distante dal pensiero della Comunità Islamica ipotizzare che oggi in Italia, Stato libero e democratico, un cittadino non possa esprimere liberamente la propria opinione verso le scelte sociali ed economiche di uno Stato e quindi di un Governo nazionale (o anche nel mondo) al punto da rischiare l’accusa di terrorismo internazionale. Una riflessione che lascia spazio ad una domanda spontanea: a questo punto anche i politici italiani, compreso il Presidente della Repubblica, dovrebbero fare attenzione a quanto dichiarano poiché anche loro rischierebbero di essere accusati di “antisionismo”, “anti americanismo” o addirittura “anti Italia” qualora dovessero esprimere il proprio dissenso verso certe politiche adottate negli Usa, in Israele o nella stessa Italia?

 Per questo la Comunità Islamica (e quindi anche la sezione pugliese) esprime forti perplessità su quanto è accaduto e dichiarato pubblicamente nei confronti dei cittadini di fede musulmana che sono stati oggetto d’arresto in Puglia. Ed esprime, invece, piena solidarietà verso quelle famiglie musulmane che si sentono oppresse dall’attuale clima di tensione, “anti islamico” largamente diffuso in Italia.

La presente lettera è per rappresentare, dunque, una pubblica denuncia di gran parte della Comunità Islamica in Italia che si sente costretta a subire atteggiamenti ostili (volontariamente o involontariamente) esercitati nei confronti dei cittadini appartenenti all’Islam, alimentati da tensioni che sfiorano un clima di “anti islamismo” e che, di fatto, impedisce la libertà di professione religiosa garantita dalla Costituzione Italiana e che sta costringendo sempre di più i Musulmani a ghettizzarsi e a non integrarsi totalmente nella società.

Nell’esprimere al Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, alle Forze dell’Ordine ed ai Media il massimo apprezzamento e sostegno per il loro operato e il continuo contributo alla società in termini di sicurezza e tutela dei cittadini è doveroso, tuttavia, chiedere con forza il seguente appello al Capo dello Stato, in qualità di Garante della Costituzione italiana, di intervenire concretamente e al più presto al fine di garantire tutela in favore della Comunità Islamica per eliminare ogni forma di tensione sociale contro Islam e Musulmani che, stanchi di questa situazione, prima o poi decideranno di scendere in migliaia in piazza a manifestare.

La Comunità Islamica in Italia, inoltre, si appella ai rappresentanti delle Forze dell’Ordine affinchè possano svolgere serenamente il proprio lavoro di tutela di tutti i cittadini, nessuna categoria esclusa, e confidare nella capacità degli addetti ai lavori di non lasciarsi trascinare dalla psicosi anti islamica.

 La Comunità Islamica in Italia, infine, fa appello ai media affinchè svolgano serenamente il lavoro di informazione e comunicazione della realtà e della verità con professionalità, equilibrio e onestà intellettuale e morale che hanno sempre distinto gli operatori del sistema comunicazione.

 Certi di Vostro positivo riscontro, l’occasione è gradita per porgere distinti saluti.

Vice Presidente della Comunità Islamica Italiana (CII)

CII Puglia

Prof. Ing. Sharif Lorenzini