Sarebbero sei, secondo l’accusa, le società che pur non avendo i requisiti avrebbero beneficiato degli accreditamenti rilasciati dalla Regione. I provvedimenti regionali adottati avrebbero provocato danni per milioni di euro alle casse della Regione.

Nello specifico, tra le procedure amministrative rilasciate dalla giunta regionale, ci sarebbero, per l’accusa, l’accreditamento al Servizio sanitario regionale, la verifica del fabbisogno del progetto imprenditoriale, l’autorizzazione a realizzare le strutture, l’erogazione delle prestazioni socio-sanitarie, il trasferimento della sede e la determinazione delle fasce di qualità dei servizi prestati.

Per gli inquirenti, quindi, la Regione avrebbe concesso convenzioni a strutture sanitarie che non avrebbero dovuto beneficiarne. Soprattutto si ipotizza che ciò sia stato fatto sulla base di premesse false, attraverso esponenti politici, tra cui Tedesco, che avrebbero avuto interessi negli accreditamenti della cliniche.

A tale scopo, per l’accusa, sarebbero stati falsificati i dati delle liste d’attesa e sarebbero state segnalate criticità “inesistenti”. Per cui gli imprenditori coinvolti avrebbero pensato a “riempire” le proprie tasche non tenendo conto affatto della salute dei cittadini.

Oltre a Tedesco, tra i 47 indagati figurano anche  Mario Morlacco, ex dirigente dell’Ares, l’agenzia per la Salute, e Lucia Buonamico, responsabile del settore programmazione e gestione sanitaria della Regione Puglia. Secondo l’accusa, la Buonamico sarebbe stata assoggettata agli interessi imprenditoriali, non tenendo conto dei principi di trasparenza, di buona e corretta amministrazione della cosa pubblica.

Elena Defilippis