I copiosi fascicoli di Renato Nitti e Francesca Pirelli superano i confini della Puglia e giungono alla Capitale a causa del caso Pavoncelli-bis, un appalto plurimilionario aggiudicato alla romana Condotte in Ati con le imprese Seli, Dec e Faver. Si tratta di una grandiosa opera, incompiuta e in bilico da almeno 30 anni, che è già costata alle casse pubbliche molte decine di milioni di euro.

A febbraio 2007, mentre venivano indagati i movimenti dei Degennaro, la Digos di Bari intercettò anche telefonate sospette dei membri della Dec a proposito della galleria Pavoncelli. Questo caso, però, è di competenza della procura di Roma e i due pm baresi hanno inviato il fascicolo ai magistrati della Capitale.

L’indagine si estende a macchia d’olio. I Degennaro gestivano un vero e proprio “tesoro nero”, circa tre milioni di euro movimentati attraverso 908 passaggi di danaro dal 2004 a oggi. I pm Nitti e  Pirrelli parlano di “contabilità parallela” ad opera del gruppo Dec.

“La cassa parallela, più comunemente conosciuta come nero – sottolineano i magistrati – è stata utilizzata come contenitore di denaro per avere sempre una disponibilità finanziaria per effettuare pagamenti e per registrare somme di denaro erogate in ‘nero’ talvolta indicate o camuffate con la metaforica dicitura ‘fiori’, spesso a favore degli stessi dipendenti o collaboratori del Gruppo Degennaro”.

Mentre le indagini continuano senza tregua, a Palazzo di Città si fa strada un clima di amarezza e sconforto. Due dirigenti sono stati sottoposti a provvedimenti restrittivi e funzionari e amministratori, toccati dalle indagini, hanno preferito prendere qualche giorno di ferie. Il Comune si svuota e quelli che restano hanno dichiarato: “Non firmiamo più niente”. Per far fronte alla situazione, il sindaco, Michele Emiliano, si fa forza annunciando una vera e propria rivoluzione nell’Amministrazione.

Maria Bruno