Al centro dell’indagine ci sarebbe la gestione del business milionario che ruota intorno all’accreditamento delle cliniche private. Tra i nomi illustri degli indagati ci sarebbe  Alberto Tedesco, all’epoca dei fatti assessore alla sanità per il Pd.

Secondo l’accusa, la  giunta regionale avrebbe  concesso convenzioni a strutture sanitarie che non ne avevano i requisiti. Questa, però, sarebbe stata indotta ad agire in questo senso  dalla compiacenza di alcuni assessori, tra cui  Tedesco stesso. L’indagine era partita  da un altro filone di inchiesta al cui centro c’era sempre Tedesco  e il suo  presunto conflitto di interesse tra il ruolo di assessore e l’attività imprenditoriale dei suoi figli, soci di aziende che operano in ambito sanitario.

Il giro di corruzione e favoritismi partiva dalla concessione degli accreditamenti e convenzioni tra Regione Puglia e strutture sanitarie private. In particolare, al centro dell’attenzione degli inquirenti ci sono cinque Rsa pugliesi, case di cura private per anziani che avrebbero usufruito di questo trattamento speciale: i dipendenti regionali fornivano loro dichiarazioni false, utili al loro accreditamento, chi agiva per conto di queste strutture si “sdebitava” del grande favore ricevuto con orologi e borse firmate.

Inoltre, c’è il sospetto che l’attività si sia intensificata proprio nel 2007 per favorire le case di cura che premevano per essere ammesse, entro la fine del 2007, all’ultima tornata di convenzioni e accreditamenti, non previste per l’anno successivo.

Nel 2008, proprio all’interno di questa indagine, la Procura ha sequestrato il centro di riabilitazione privata Kentron di Putignano, vicino Bari, reo secondo l’accusa di aver ricevuto l’accreditamento della Regione alla vigilia del Natale del 2007, pur non avendo tutti i requisiti previsti.

Dominga D’Alano