Tra coloro che hanno scelto la strada della pena concordata, il biologo Pollice, mente dell’organizzazione, sua moglie e il figlio odontoiatra. Il gruppo ha patteggiato la pena per i reati di truffa e peculato. Un anno e otto mesi di reclusione per il primo e un anno e due mesi per i suoi familiari. Tra i reati contestati, anche l’associazione per delinquere. Il processo con rito abbreviato a loro carico partirà il 19 gennaio.

Patteggiamento anche per altri 30 imputati. Nella rete, infatti,  figuravano studenti e genitori che, a vario titolo, sono stati coinvolti nell’indagine. Per questi, la pena della reclusione stata convertita in una pena pecuniaria di  5mila euro. I genitori dei candidati coinvolti nello scandalo, insieme con tecnici e professionisti, agivano in qualità di intermediari con le sedi operative installate per truccare i test. Gli altri imputati saranno giudicati a partire dal 23 febbraio dalla prima sezione del tribunale di Bari.

La ratifica dei provvedimenti dimostra l’insalubrità degli ambienti accademici che fanno capo al capoluogo pugliese. I giudizi avviati alla conclusione e quelli che stanno per cominciare riguardano solo alcuni degli episodi criminosi che hanno coinvolto il mondo universitario barese. Si ricorderà il recente scandalo di “Esamopoli”, l’ultimo in ordine di tempo, ovvero l’illecita compravendita di esami universitari e tesi in cui venne coinvolta la facoltà di Economia nel 2010. Le indagini portarono alla luce una fitta rete di omertà, compiacenze e corruzione per garantire il facile superamento degli esami universitari.

Una gestione infelice, reiteratamente illecita, quella del settore della pubblica istruzione  barese, che ha trovato un degno e naturale epilogo nelle recenti condanne.

Emilio Garofalo