Il viaggio di Lina, la cinghialina che avremmo voluto portare dal sindaco di Bari, Antonio Decaro, si è interrotto subito dopo la partenza. Il quartiere San Paolo di Bari è ormai invaso dai cinghiali. Un gruppetto di esasperati residenti ci ha chiesto di far arrivare un messaggio chiaro al primo cittadino e noi abbiamo deciso di accompagnare da lui il cinghiale.

Pettorina e guinzaglio, ma soprattutto la supervisione di un appassionato di cani di grossa taglia, siamo partiti dall’istituto alberghiero Majorana. Agli studenti, subito attratti dai versi di Lina, abbiamo spiegato che si tratta di un animale selvatico, che farebbero bene a non avvicinarli quando avvistano qualche branco nel quartiere, ormai sempre più a ridosso delle abitazioni.

Da lì, poi, ci siamo diretti in viale delle Regioni e avremmo finito la marcia a Palazzo di Città. A questo punto l’imprevisto, neppure troppo imprevisto. Una pattuglia del Reparto Anticrimine della Polizia e poi i Carabinieri forestali ci hanno fermato; portato al Polifunzionale;  denunciato penalmente il nostro accompagnatore, sequestrandogli la macchina, oltre al cinghiale, trasportato in un centro di recupero per animali selvatici.

La cinghialina, ci teniamo a precisarlo, non ha subito alcuna violenza, non è stata drogata, è stata nutrita e sarebbe stata comunque trasportata nella sede opportuna, certamente migliore del pascolo nelle adiacenze delle abitazioni del quartiere San Paolo, lasciato solo coi suoi cinghiali, ma allertato dalla segnaletica stradale: pericolo, presenza di animali selvatici. Ma va, non se ne era accorto nessuno.

L’esemplare al guinzagio avrà avuto circa tre mesi. Provate a immaginare cosa potrebbe succedere nel caso non dovesse esserci un guinzaglio e l’animale dovesse essere adulto e agguerrito. Si salvi chi può.