Il comandante dell’ultimo volo Bari-Malpensa Easyjet della giornata, abbandona il posto di pilotaggio e si dirige scuro in volto nella cabina. Una delle hostess l’ha chiamato perché c’è una ragazzina che non vuole allacciare la cintura di sicurezza. Ha deciso di non farlo quando le è stato chiesto nonostante non sia il suo primo volo e sappia perfettamente che si tratti di una prassi. Lo devi fare, perché così è previsto. Punto.

L’hostess che vedete nella fotografia, accanto al comandante, non è quella del battibecco con la cheyenne (giovane completamente indisciplinata o addirittura ineducata). È lì perché serve una traduttrice dal dialetto all’italiano. La ragazzina, infatti, per quasi tutto il tempo dell’inutile, immotivata e assurda rivolta, si rivolge al personale nella sua lingua madre. La canzone è sempre la stessa: “La cintura me la metto quando dico io”, “Sta mongoloide” e via dicendo, in un tripudio tale da meritare di farsela a piedi nonostante tutto.

Il comandante, invece, ha voluto mettere in atto un’azione educativa. In maniera risoluta, sotto gli occhi di tutti gli altri passeggeri, ha fatto alzare in piedi la ragazzina e le ha messo davanti l’alternativa: “Si alzi e chieda scusa, oppure si alzi comunque ed esca dal velivolo”. Alla fine la cheyenne ha chiesto scusa, borbottando nell’attimo esatto in cui si è riseduta, come se fosse antani, allacciando la cintura di sicurezza. L’aereo è partito con mezzora di ritardo e gli altri passeggeri, a vario titolo, hanno fatto presente l’ora e la necessità di tornare a casa o comunque alle proprie faccende.

Fin qui i fatti, che risalgono al 29 settembre scorso, ma che in ogni caso riteniamo meritavoli di essere resi noti. La cosa più sconvolgente, però, è che la ragazzina viaggiava insieme alla mamma. In tutta quella bagarre, alla signora non è neppure venuto in mente di mollare un ceffone a sua figlia. Loro lo avrebbero chiamato riduino. Sarebbe sbagliato generalizzare, ma lo sarebbe ugualmente non tenere in considerazione il triste aumento di questi episodi in ogni contesto della vita di tutti i giorni. Un altro spaccato della baresità, purtroppo particolarmente diffuso, che non ci piace affatto.