C’era una volta la Breda Fucine Meridionali, C.M.M dal 1978 al 1991. Nel corso degli anni sono cambiati i proprietari, italiani ed esteri, le insegne e molti degli operai al lavoro nei capannoni visibili dalla tangenziale di Bari.

Una volta era il fiore all’occhiello del comparto metalmeccanico barese, poi smembrata, ceduta e infine diventata Bari Fonderie Meridionali, come c’è ancora scritto sull’insegna in cima alla struttura, la Breda prima e la C.M.M. poi rappresentano un pezzo di storia industriale, non solo barese.

Quasi trent’anni dopo la chiusura, gli operai delle lotte sindacali alla fine degli anni 70, metalmeccanici senza computer ma con tanto cervello e una gran quantità di arnesi di precisione da utilizzare, si sono riuniti in un ristorante di Bitetto. Ci era capitato di raccontare le storie di vecchi compagni di classe, mai quelle di fresatori, tornitori, manutentori, aggiustori, amici prima ancora che colleghi alla catena di montaggio.

Il giullare e il riflessivo, lo scorbutico e il rompipalle. Ci si perde, ma poi ci si ritrova, anche per rendere omaggio ai compagni strappati alla vita senza essere riusciti a godersi la pensione. I tempi cambiano, così com’è cambiato essere metalmeccanico, oggi costretto ad abbassare la testa, a scendere a patti incondizionati con l’azienda, pur di conservare il lavoro. Con la Bosch abbiamo raccontato il terrore di sentirsi gli occhi addosso, in questa continua ricerca di qualcuno da sacrificare per il bene di altri.

A vedere loro, inveve, gli operai con la pancia o i capelli bianchi, ormai ultra sessantenni alle prese con famiglie e nipotini, torna in mente un tempo che non tornerà mai, quello in cui “era un priscio andare in fabbrica, perché eravamo fratelli”. Un ricordo e una riflessione e poi il grande regalo di Rete Ferroviaria Italiana, che ci ha concesso di girare le immagini nei capannoni in cui lavoravano i metalmeccanici della Breda e dopo della C.M.M.

Oggi lì dentro c’è l’Officina Nazionale Armamento Fonderia Bari (proprietà RFI), seppure in cima c’è ancora l’insegna “Bari Fonderie Meridionali”, ultimo brandello di un periodo tramontato, questa volta per fortuna senza vittime. Gli operai dell’azienda sull’orlo della chiusura, infatti, sono stati assunti dal nuovo padrone, per continuare a sperare in un lavoro dignitoso, in cui al centro torni ad esserci l’uomo, in grado si sfamare la famiglia col salario guadagnato in fabbrica.