La sindrome della bocca urente (nota anche come burning mouth syndrome, sindrome della lingua che brucia, stomatodinia, stomatopirosi, sindrome della bocca che brucia, disestesia orale, ecc. ) è una patologia dolorosa, cronica, psicologicamente debilitante, capace di incidere a volte gravemente sulla qualità della vita. Malattia di non raro riscontro, colpisce tra lo 0,7 ed il 3-5% della popolazione in generale; si calcola che in Italia ne soffra 1.500.000 di persone circa. La sindrome colpisce prevalentemente il sesso femminile, soprattutto in epoca perimenopausale, e si calcola che ne soffra dal 18 al 33% (secondo le diverse statistiche) delle donne oltre i 50 anni.

La malattia può manifestarsi in forma idiopatica o primitiva ed in forma secondaria o acquisita. È caratterizzata dalla comparsa improvvisa di una sensazione di bruciore di intensità quanto mai variabile da soggetto a soggetto, in assenza di lesioni visibili, localizzato diffusamente alla cavità orale; meno frequente la localizzazione a singoli settori dell’apparato buccale come la lingua (in tal caso si definisce glossodinia o glossopirosi), le labbra, le gengive, il palato, la gola, la superficie interna delle guance. Il bruciore generalmente dura tutta la giornata ma, anche se con minor frequenza, può manifestarsi con l’alternarsi di crisi di bruciore e periodi di benessere (e ciò soprattutto in concomitanza con i pasti e/o il sonno) o comparire dopo il risveglio per accentuarsi nel corso della giornata. Possibile, ma meno frequente, il manifestarsi della sindrome con una sensazione di punture di spillo, prurito, dolore, formicolio. Soprattutto nella forma idiopatica, la sensazione di bruciore può associarsi alla sensazione di bocca secca, ansia, depressione, alterazioni delle sensazioni gustative (disgeusia).

Fattori predisponenti sembrano essere precedenti di affezioni respiratorie, interventi odontoiatrici, stati d’ansia, depressione, allergie alimentari, stress emotivi, radio e/o chemioterapia, ecc. Circa i meccanismi patogenetici, soprattutto nella forma idiopatica, molte sono le ipotesi (menopausa, ipotesi neurotrofica, ecc.) ma non vi è ancora alcuna certezza.

Dal punto di vista causale, nella forma idiopatica è impossibile evidenziare una qualsiasi causa scatenante nonostante la più accurata indagine clinico-anamnestica ed il più ampio panel di indagini ematochimiche e strumentali. La forma acquisita, invece, può essere provocata da una miriade di situazioni patologiche quali: secchezza delle mucose (nell’età avanzata è un fenomeno di frequente osservazione), riduzione della salivazione (come nella sindrome di Sjogren), sensibilizzazione allergica da contatto (componenti delle protesi e/o delle otturazioni dentarie, dei colluttori, dei dentifrici, ecc.), allergie alimentari, micosi (come il mughetto, ad esempio), batteriosi, virosi, farmaci (antistaminici, beta bloccanti, ecc.), diabete mellito, carenze vitaminiche, deficit nutrizionali (zinco, ferro, ecc.) infezione da Helicobacter Pilory, reflusso gastro-esofageo, traumatismi ripetuti (da protesi dentarie o da spazzolamento troppo energico della lingua e/o delle gengive), patologie tiroidee, malattie endocrinologiche, stato anemico, fenomeni depressivi, stress emotivo, patofobie (paura delle malattie), lichen planus orale, pemfigo delle mucose, afte orale, ecc. Frequentemente la sindrome, sia idiopatica sia acquisita, si associa a disgeusia (alterazione delle sensazioni gustative con sensazione di amaro o metallico in bocca).

Le alterazioni delle sensazioni gustative, sino alla totale assenza di queste (ageusia), rappresentano una eventualità da non sottovalutare poiché possono indurre, specie nei soggetti anziani, all’anoressia in quanto il soggetto è portato ad ipoalimentarsi, o addirittura a rifiutare il cibo, sia per la perdita del gusto di mangiare sia per il timore che il cibo scateni o acuisca la sintomatologia dolorosa.

La sintomatologia viene facilmente accentuata dal contatto delle mucose con alcool, cibi caldi e/o speziati e/o piccanti, cibi a contenuto acido (limone, pomodoro, ananas, ecc. ), bevande acide e/o gassate, fumo di tabacco, menta, cannella, arance ed agrumi in genere, caffè, ecc.

La malattia, con il suo decorso cronico che può durare mesi o anche molti anni, facilmente induce un permanente stato di irritabilità, insonnia, depressione, inibizione ai rapporti interpersonali, ecc. La risoluzione del problema a volte si manifesta con la improvvisa regressione della sintomatologia, ma a volte si ha nel tempo soltanto una certa attenuazione della sintomatologia.

La terapia della forma idiopatica è sinceramente povera di rimedi efficaci. Si possono utilizzare gli antistaminici (non arrendendosi al primo tentativo giacché gli antistaminici non hanno tutti la stessa efficacia. Quest’ultima, inoltre, è legata all’interazione farmaco-singolo individuo), gli ansiolitici (se lo stress, l’ansia, non sono la causa del problema, facilmente ne sono comunque la conseguenza e per tanto questo tipo di terapia può risultare di una qualche utilità) i colluttori cortisonici sono generalmente di scarsa utilità mentre i prodotti anestetici locali possono se non altro dare un qualche temporaneo sollievo. La saliva artificiale può dare beneficio nel caso di bocca secca (xerostomia). La medicina popolare utilizza cubetti di ghiaccio da sciogliere in bocca: il freddo riduce la sensibilità delle mucose e l’acqua le idrata; miele e latte freddo che inducono una certa sensazione di benessere; e poi ancora Aloe vera, olio di lavanda, ecc.

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Specialista in Dermatologia e Malattie Sessualmente Trasmesse ed in Allergologia e Immunologia Clinica Primario Dermatologo dell’Osp. Casa Sollievo della Sofferenza- Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico di San Giovanni Rotondo (FG) dal 1/10/1980 al 31/05/2006. Docente a Contratto presso le scuole di Specializzazione in Dermatologia delle Università: Cattolica del Sacro Cuore di Roma, G.D’Annunzio di Chieti , A.Moro di Bari dal 1984 al 2006 Presidente Emerito dell’Associazione Dermatologi Ospedalieri Italiani (ADOI) Autore di oltre 300 tra pubblicazioni ed abstract di relazioni tenute in numerosi congressi nazionali ed internazionali della specialità, coautore di 6 ed editor di 4 volumi di dermatologia. Socio di numerose società scientifiche italiane ed internazionali tra cui American Academy of Dermatology, European Academy of Dermatology, SIDEMaST, ADOI, ecc.