In questi giorni in tutta Italia si riaprono le scuole e fra poco certamente esploderà, come ogni anno, il problema dei pidocchi. Ciò scatenerà i soliti perbenisti che accuseranno gli extracomunitari di averceli riportati. Nulla di più falso! I pidocchi ci sono sempre stati e noi dermatologi li abbiamo sempre visti e combattuti, anche quando di extracomunitari non ce ne era neanche l’ombra. Nessun allarmismo, dunque, poiché i pidocchi sono facilmente riconoscibili ed eliminabili.

I pidocchi possono localizzarsi sulla testa (pediculus capitis), sul corpo (pediculus corporis, ed in questo caso le uova vanno cercate nelle cuciture degli indumenti) o sul pube (phtirius pubis, noto anche come piattola). Essi possono interessare soggetti di qualsiasi classe sociale e/o economica, a presccindere dal sesso e dall’età (anche se vi è una certa prevalenza per il sesso femminile e per l’età prescolare).

L’insetto è dotato di 3 paia di zampe e non di ali, per cui non vola, l’infestazione non può avvenire per via aerea, ma per il passaggio diretto del parassita da un soggetto all’altro a seguito di uno stretto contatto tra individui, come durante il gioco (facilmente i bambini giocano testa a testa negli asili-nido), la lotta, l’attività sessuale, ecc. Altra unica possibile via di contagio è data dall’uso di elementi parassitati (abbigliamento, arredo, biancheria del letto, ecc.) da parte di un soggetto sano. Ribadisco: se non vi è stretta contiguità fisica fra individui né scambio di elementi dell’abbigliamento o quant’altro, il passaggio della parassitosi da un soggetto all’altro non è realizzabile.

Il primo sintomo della pediculosi del capo, che deve richiamare l’attenzione, è l’insorgenza di un prurito sulla testa, di intensità variabile da soggetto a soggetto, localizzato soprattutto dietro le orecchie e/o alla nuca. Un’attenta osservazione permetterà di rilevare la presenza sui capelli, il più spesso a 2-3 millimetro dal loro sbocco dal follicolo pilifero, di un numero variabile (anche molto elevato) di piccole formazioni ovalari biancogrigiastre simili a forfora. Sono queste le uova (o lendini) del pidocchio.

Contrariamente alla vera forfora, le uova non cadono scuotendo i capelli o tentando di asportarli con una pinzetta, dimostrando di esservi tenacemente attaccate. La presenza delle uova è già di per sé elemento diagnostico di assoluta certezza, spesso l’unico, poiché nella pediculosi del capillizio gli elementi adulti osservabili sono estremamente scarsi, generalmente nell’ordine di una decina. Il pediculus capitis è un insetto ematofago obbligato (cioè si nutre esclusivamente di sangue), ha vita breve (60gg), termolabile (non sopravvive al riscaldamento), ben visibile e ben riconoscibile ad occhio nudo.

L’insetto presenta un profilo appiattito ed un corpo allungato, costituito da testa, torace ed addome; sul torace sono inserite tre paia di zampe articolate; il primo paio è forgiato tipo le chele di un granchio per permettergli di aggrapparsi ai capelli e muovere tra di essi. Ciò spiega perché un normale shampoo non sempre permette la sua eliminazione. La femmina adulta misura 3-4 x 1-2 mm mentre il maschio è leggermente più piccolo.

La femmina fecondata depone 7-10 uova al giorno incollandole al capello tramite un collante piuttosto resistente (chitina); l’uovo si schiude dopo 7 giorni dando luogo ad una larva che in 9 giorni circa diviene ninfa che, a sua volta in 1-2 giorni diviene individuo adulto e può quindi riprodursi, mantenendo così l’infestazione se non trattato. Il tempo di schiusa di una settimana impone la ripetizione del trattamento dopo 7 giorni per uccidere le larve fuoriuscite dalle uova eventualmente sopravvissute al primo trattamento.

Circa il trattamento va ricordato che, poiché né le uova né l’insetto penetrano sotto cute, qualsiasi intervento deve essere rivolto esclusivamente all’esterno. Il più antico, efficace ed economico modo di risolvere il problema è certamente la rasatura a zero dei capelli, come in passato veniva praticato ai militari di leva all’atto dell’arruolamento proprio a scopo igienico. Attualmente numerosi sono i trattamenti curativi e preventivi disponibili che, se praticati secondo le prescrizioni per l’uso riportate nella confezione (tra cui la pettinatura con un pettine a denti strettissimi, generalmente annesso alla confezione in vendita), i risultati sono certi e rapidi.

Dunque, nessun dramma se il bambino torna da scuola con lo sgradito ospite, nessuna caccia alle streghe o dagli all’untore, ma soprattutto non ribellarsi o offendersi innanzi alla richiesta di un controllo sanitario a tappeto di tutta la scolaresca nel caso in cui vi sia sospetto di pediculosi. Come abbiamo detto, infatti, nessuno può ritenersi indenne giacché il pidocchio non richiede né dichiarazione dei redditi né status nobiliare prima di insediarsi.

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Specialista in Dermatologia e Malattie Sessualmente Trasmesse ed in Allergologia e Immunologia Clinica Primario Dermatologo dell’Osp. Casa Sollievo della Sofferenza- Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico di San Giovanni Rotondo (FG) dal 1/10/1980 al 31/05/2006. Docente a Contratto presso le scuole di Specializzazione in Dermatologia delle Università: Cattolica del Sacro Cuore di Roma, G.D’Annunzio di Chieti , A.Moro di Bari dal 1984 al 2006 Presidente Emerito dell’Associazione Dermatologi Ospedalieri Italiani (ADOI) Autore di oltre 300 tra pubblicazioni ed abstract di relazioni tenute in numerosi congressi nazionali ed internazionali della specialità, coautore di 6 ed editor di 4 volumi di dermatologia. Socio di numerose società scientifiche italiane ed internazionali tra cui American Academy of Dermatology, European Academy of Dermatology, SIDEMaST, ADOI, ecc.