I lavori di messa in sicurezza definitiva dell’area Fibronit procedono. Il famigerato torrino, uno dei simboli di tutta la drammatica storia dell’ex fabbrica, non c’è più. Ora gli interventi si spostano sui capannoni di Via Caldarola, tuttavia, come denunciato dal Comitato Cittadino Fibronit, di amianto, a Bari, si muore ancora.
“Non possiamo nascondere l’emozione che ci accompagna in questi giorni osservando la distruzione del simbolo di sofferenza della nostra città – fa notare il presidente del Comitato, Nicola Brescia – Però le fibre d’asbesto che, per oltre cinquant’anni, dalla fabbrica si sono liberate nell’aria, stanno continuando la loro opera assassina”.
Nel mese di Agosto, infatti, l’amianto ha fatto un’altra vittima: “Un cittadino del quartiere Madonnella è deceduto per aver inalato le maledette fibre probabilmente provenienti proprio dalla Fibronit – sottolinea Brescia – procurandogli l’insorgenza del mesotelioma pleurico che, dopo pochissimi mesi dalla diagnosi, gli ha tolto il respiro. E ancora diversi nuovi casi ci vengono segnalati”.
Per meglio comprendere cosa è stato fatto e cosa avverrà nell’immediato futuro, ma anche per rispondere in maniera adeguata alle domande dei cittadini, i componenti del direttivo del Comitato Cittadino Fibronit con i suoi tecnici e quelli della ditta appaltatrice faranno un sopralluogo nell’area Fibronit. L’appuntamento è per venerdì 8 settembre alle 10.30.
E’ per sopportare questo dolore che, già da molti anni, i cittadini hanno scelto il nome di “Parco della rinascita” per l’area verde che sorgerà sull’area Fibronit, perché produca lo slancio ideale e necessario per far ricominciare a vivere un’area che, oltre ad offrire lavoro, ha offeso la dignità di tanti operai e di tanti ignari cittadini.