Martedì pomeriggio, unico giorno disponibile per la prenotazione delle vaccinazioni, possibili solo il mercoledì, all’ambulatorio di Adelfia si è sfiorata la rissa. La gente non ne può più. Manca il personale, la sede è totalmente inadeguata, per ammissione della stessa dirigente, la dottoressa Filomena Acquasanta. Un calvario, soprattutto per chi non ha la possibilità di “spedire” nonni, amici e parenti la mattina all’alba a prendere l’ordine di arrivo.

L’unica possibilità per non perdere l’intera mattinata, infatti, è quella di essere tra i primi ad arrivare davanti alla porta, restando in piedi per ore persino d”inverno. E allora levatacce, bambini sottoposti a stress indicibili. Manca il fasciatoio, uno scalda biberon. Per fortuna il vicino bar è un punto di riferimento, anche per chi deve andare in bagno. Nel 2017 si fa la legge per le vaccinazioni obbligatorie, ma non ci si rende conto in quali ambienti genitori e bambini sono costretti a convivere. Senza contare la mancanza di personale.

I pensionati non vengono sostituiti e la situazione peggiora di giorno in giorno. Follia pura, soprattutto perché un locale ci sarebbe pure. È l’ex caserma dei Carabinieri, ma la ristrutturazione secondo la Asl è troppo dispendiosa. L’amministrazione comunale conosce bene la questione, ma non si riesce a sbrogliare la matassa. L’ex Gil potrebbe essere l’alternativa a lungo termine, ma nel frattempo non si può pensare di continuare con questo trattamento da quarto mondo.

Gli utenti meritano rispetto, soprattutto perché si tratta di bambini e neonati. Invitiamo il direttore generale della Asl di Bari, Vito Montanaro ed il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, ad andare ad Adelfia per rendersi conto personalmente dello scempio. La gente, obbligata a vaccinare i propri figli per l’iscrizione a scuola ormai è esasperata. Si facilita la richiesta del certificato vaccinale, ma non si provvede a fornire a tutte le comunità un luogo idoneo per le vaccinazioni.