Incapacità di gestire le emergenze e risorse insufficienti per garantire la sicurezza. È l’allarme lanciato dalla Confederazione Sindacale Autonoma di Polizia che, per bocca del segretario provinciale Uccio Persia, disegna un quadro preoccupante della situazione a Bari e provincia tra delinquenza comune e gestione dei migranti.

“Ben venga l’accoglienza di chi fugge dalla guerra ma a veder bene mi sembra che chi sta riempendo le nostre città altro non è che una folla di disperati. Ormai è stato detto e ridetto che il business dell’accoglienza arricchisce le tasche di non so chi, ma c’è un problema da non sottovalutare e che già sta producendo effetti devastanti: il problema sicurezza”.

“Come se non bastasse la nostra delinquenza, adesso dobbiamo fronteggiare una delinquenza ancora più insidiosa, quella di decine di migliaia di extracomunitari che riempiono le nostre strade, le panchine delle ville comunali, le stazioni. Gente affamata fuori da ogni centro commerciale o negozio. E la paura di camminare anche in pieno giorno, in pieno centro, senza il rischio di essere aggrediti, violentati, come è successo l’altro ieri al quartiere Madonnella di Bari quando una donna è stata oggetto di attenzioni da parte di un cittadino etiope”.

Nel mirino del sindaco di Polizia ci sono dunque le scelte del Governo che mettono a rischio i cittadini e soprattutto chi deve garantire sicurezza: “Le volanti a Bari non riescono a coprire il territorio e nonostante si voglia cercare un coordinamento con le altre forze di Polizia, ormai la coperta è corta. Il personale è esausto – fa notare Persia – l’età media dell’operatore è quella di quasi 50 anni, le dotazioni sono insufficienti e spesso inadeguate e le leggi a tutela della sicurezza sono alquanto inefficaci: depenalizzazioni, sconti di pena, mancanza di protocolli di intervento mettono a dura prova il lavoro di chi è per strada”.

“A questo si aggiunge e si contesta la totale disorganizzazione nel gestire emergenze come quella di alcuni giorni fa, quando, lo sbarco a Bari degli oltre seicento profughi ha messo a dura prova un sistema ormai al collasso. I poliziotti sono pagati per garantire sicurezza non per rischiare di infettarsi. Non voglio sentire parlare di emergenza. L’arrivo dei profughi era stato preannunciato da giorni”.

“Chi era a conoscenza avrebbe avuto tutto il tempo necessario per garantire un accoglienza decente. E invece? La struttura del Polifunzionale letteralmente invasa da gente senza che si mettessero in atto le dovute precauzioni sanitarie. Qualcuno ha lanciato l’allarme che fra i migranti ci fosse un caso sospetto di meningite e intanto gli operatori di polizia sono entrati in contatto con i migranti senza essere dotati di adeguati equipaggiamenti, basti pensare che le uniche dotazioni presenti erano dei guanti in lattice e semplici mascherine antipolvere. Tutto questo è ridicolo”.

Senza dimenticare  un altro tasto dolente, il Cara di Palese: “La struttura continua ad essere una bomba ad orologeria con una presenza di migranti due volte superiore a quella prevista – conclude Persia – Prima che succeda l’irreparabile, chi deve fare è ora che faccia. E dopo quello che è successo nei giorni scorsi, ci auguriamo soprattutto che quello che si fa, venga fatto bene, siamo pagati per servire, non per morire”.