foto di repertorio

Continuano i soprusi per i lavoratori di una nota catena di supermercati di Bari e provincia. Devono far fronte a minacce, a stipendi non retribuiti per intero e a continui maltrattamenti sul luogo di lavoro. Non potendo lasciare il posto perché devono provvedere alla propria famiglia, si rivolgono alle istituzioni locali e nazionali. Il mese scorso abbiamo pubblicato la lettera indirizzata al presidente della Banca Centrale Europea, Mario Draghi, ma con scarsi riscontri sebbene qualcosa si sia mosso. Questa volta hanno voluto attirare l’attenzione del Presidente della Repubblica, del Consiglio e della Regione Puglia.

Buongiorno signor Presidente della Repubblica, signor Presidente del consiglio, signori ministri, signor Presidente della Regione Puglia, Vi scrivo per continuare a sollecitare il vostro impegno per aiutare noi lavoratori della catena di supermercati situati in Bari e provincia.

Noi impiegati continuiamo a lavorare 11 ore al giorno nonostante i diversi interventi da parte dell’ispettorato del lavoro, nonostante siamo pagati 3,18 euro l’ora, noi che continuiamo ad essere frodati della tredicesima e della quattordicesima prendendo poco più della metà di quanto viene dichiarato. Noi lavoratori siamo costretti a pagare le tasse come se le ricevessimo per intero le due mensilità, e siamo minacciati dai nostri dirigenti che ci dicono: “O cosi o nulla!”

Signori noi conosciamo i nostri diritti sanciti dalla costituzione, sanciti e scritti con il sangue dei nostri avi, noi crediamo nelle istituzioni e non vogliamo cedere alla rassegnazione di essere diventati degli schiavi. Sì perché siamo degli schiavi al servizio di padroni che hanno come unico scopo la ricchezza personale a scapito della dignità di noi uomini condannati a subire.

Il furto aggravato, per quanto riguarda la tredicesima e la quattordicesima non versate per intero, il caporalato e dichiarare il falso, come le nostre buste paga che sono compilate con false dichiarazioni, sono reati che esistono e che sono perseguibili dallo stato.


A fronte di tutto questo vi chiedo se potete e volete fare qualcosa per noi. Perché se in realtà non volete allora siate chiari e dichiaratelo apertamente, noi ne prenderemo atto e ci rassegneremo. Almeno Vi chiediamo di fare qualcosa per quanto riguarda i reati elencati.

Se non potete o non volete aiutarci dichiarate apertamente la vostra impotenza nell’aiutarci e nello svolgere il Vostro compito a cui siete stati chiamati una volta eletti a capo del Paese. Se così fosse, nel momento in cui non si è in grado di svolgere il proprio compito si ha il dovere di farsi da parte.
Con stima e rispetto.