Si dice che l’acqua purifichi, se non altro pulisca ciò che è sporco. L’acqua, però, ha spesso un altro merito: evidenziare quando un’opera stradale è fatta nel più classico metodo del membro di segugio. L’improvviso temporale di ieri sera ha messo in mostra, esattamente come tutte le altre volte, l’inadeguatezza della rotatoria e della pista ciclabile realizzate di fronte alla chiesa di San Marcello.

La prima si è trasformata in una piscina; la pista, invece, è diventata un fiume in piena, inutilizzabile dai ciclisti, ma ache dai pedoni sorpresi improvvisamente dall’acquazzone. Le domande sono obbligatorie: com’è possibile che una recente opera pubblica abbia già questi problemi? L’azienda è stata chiamata a dare spiegazioni ed eventualmente a ripristinare la corretta esecuzione dei lavori? Chi controlla che tutto sia realizzato a regola d’arte prima di pagare coi soldi dei contribuenti?

Non è la prima volta che un’opera pubblica barese finisce al centro delle cronache per simili problemi, così come ormai non si contano più le passerelle di sindaco e assessori prima, più volte durante e dopo i lavori. La prossima volta, suggeriamo loro di aspettare quache tempo e magari un paio di temporali prima di mettersi in posa, in modo da capire la reale fattura dei lavori. E quello di ieri non è stato certamente il peggiore nubifragio che si sia abbattuto sulla città di Bari.