“Dopo tutte le vostre segnalazioni, oggi ho fatto una formale contestazione all’Amiu perché il servizio di raccolta dei rifiuti ingombranti non funziona. Ho chiesto all’azienda di aumentare le ore in cui si fa la raccolta, con due turni pomeridiani in più, di migliorare il servizio di prenotazione che ad oggi non è affidabile e di permettere il conferimento dei rifiuti ingombranti presso i centri di conferimento fino a 10 pezzi. Questo però non cancella il comportamento dei tanti incivili che abbandonano in maniera selvaggia qualsiasi tipo di oggetto per strada”. Così scriveva il 5 maggio 2016 Antonio Decaro in un post accompagnato da tanto di video in cui il sindaco, vestito di nero e coi guanti bianchi, si faceva riprendere insieme agli addetti dell’Aimu mentre caricava su un mezzo dell’azienda un po’ di rifiuti ingombranti abbandonati.

Erano altri tempi, era il Decaro convinto di poter governare a suon di spot, immortalato a terra su un materasso abbandonato o ripreso mentre rovista in un frigorifero mollato davanti alla sede del PD in cerca di una Peroni ghiacciata. Altri tempi, appunto.

Oggi quel Decaro non esiste più, o almeno esce molto di rado, fortunatamente. Certo, come dimenticare la recente minaccia di aumentare la Tari mentre circola tra i rifiuti di piazza Mercantile, ma “decarate” del genere, grazie a Dio, sono nettamente calate. Dai e dai, anche lo staff del sindaco alla fine deve avere capito che la comunicazione, seppure provocatoria o spiritosa, da sola non basta.

Per amministrare la città e far funzionare davvero le cose, certe boutade (meglio sarebbe definirle boutanade, scusate il francesismo) non bastano. A dimostrare le tesi non siamo noi, ma le foto che alleghiamo in galleria a fondo pagina. Stesso luogo, a distanza di 13 mesi. L’anno scorso il sindaco e gli addetti dell’Amiu, stamattina, una bella montagna di rifiuti, materiali da risulta per lo più. Segno che gli spot di una lunga campagna elettorale, proseguita ben oltre l’elezione a Primo Cittadino, non hanno sortito alcun effetto. Più che i guanti bianchi, probabilmente a questa città occorre il pugno di ferro delle multe.